Cronaca
Sentenza rinviata per Ingrassia, la Procura chiede 13 anni e 4 mesi


La richiesta del pm Raffaella Vinciguerra è di 13 anni di carcere con le attenuanti generiche. Chiede l’assoluzione per incapacità al momento dei fatti, la difesa della donna.
di Vittorio Fiorenza
Una pena di 13 anni e 4 mesi di carcere per l’uccisione del marito. È quanto chiede la Procura di Catania nei confronti di Enza Ingrassia, la donna 65enne che ha ammazzato il coniuge Alfio Longo, elettricista in pensione di 67 anni, in uno sfondo di violenze e maltrattamenti familiari.
È stata un’udienza a porte chiuse, quella celebrata davanti al Gup Rosa Alba Recupido, che una volta sentite le parti ha rinviato le repliche e il pronunciamento finale al prossimo 21 febbraio.
Per il delitto commesso nell’agosto dello scorso anno in una villetta della zona “Vigne” di Biancavilla, il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra ha chiesto per la donna il riconoscimento delle attenuanti generiche. Nel suo intervento, il pm ha parlato di efferatezza dell’azione (la Ingrassia ha ammazzato il marito nel sonno, dopo una serata di litigi, colpendolo alla testa con un ciocco di legno). Ma allo stesso tempo ha fatto riferimento ai maltrattamenti, alle violenze e alle umiliazioni vissute dalla Ingrassia in quarant’anni di vita matrimoniale, di cui la donna ha parlato dopo avere confessato l’uccisione.
Aspetti, questi, su cui si è particolarmente soffermata l’avv. Pilar Castiglia, legale della Ingrassia, per la quale ha chiesto l’assoluzione motivandola con l’incapacità di intendere e di volere nel momento del fatto e, in subordine, il minimo della pena con il riconoscimento delle attenuanti generiche e dell’attenuante della provocazione.
Gli avv. Vincenzo Nicolosi e Alfina D’Oca (legali dei nipoti e della sorella di Longo, ammessi come parte civile) hanno sottolineato la crudeltà dell’azione omicidiaria, la lucidità e la premeditazione con cui avrebbe agito la donna, la quale avrebbe convinto il marito, dopo il litigio tra i due, a prendere un farmaco per aiutarlo a dormire.
Sia la Procura che la difesa dell’imputata hanno evidenziato il ritrovamento nella villetta di Biancavilla di armi illegali (di cui una risultata rubata) e droga, oltre alla frequentazione di Longo con personaggi gravitanti nella criminalità biancavillese: elementi per i quali, fin da subito, la Ingrassia è stata ritenuta estranea, ma che hanno fatto scattare un percorso di indagini parallelo.
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Cronaca
Mitragliatrice e pistole nascoste nel solaio del terrazzo: nei guai un 25enne
Giovane incensurato arrestato dai carabinieri: trovati a casa sua anche 300 grammi di marijuana


Una fedina penale pulita, appena 25 anni. È finito nei guai per detenzione abusiva di armi e munizioni, armi clandestine, possesso di droga ai fini di spaccio. Lo hanno arrestato i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò con i colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”.
I militari hanno svolto una perquisizione nell’abitazione del giovane biancavillese, recuperando, ben nascosta sul solaio del terrazzo, una sacca con all’interno un vero e proprio arsenale.
Si tratta di una mitragliatrice Skorpion e due pistole (un revolver calibro 357 magnum e una calibro 7,65), tutte armi clandestine con matricola abrasa, perfettamente funzionanti ed estremamente letali, nonché 89 cartucce. Il revolver aveva già 6 cartucce nel tamburo e la pistola il colpo in canna con 6 cartucce nel caricatore. Tutto sequestrato e inviato al Ris di Messina per gli accertamenti balistici e dattiloscopici.
Sempre durante i controlli, rinvenuta anche una busta di plastica termosaldata, con all’interno circa 300 grammi di marijuana, un bilancino di precisione ed il materiale necessario al confezionamento dello stupefacente.
Il 25enne arrestato è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Disposto il trasferimento nel carcere di Catania-Piazza Lanza, in attesa della convalida da parte del Giudice delle indagini preliminari.
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