Cronaca
Marito violento finito in manette: abusi, morsi e pure dita fratturate
Ulteriori e drammatici dettagli sull’arresto del 39enne biancavillese, grazie all’intervento dei carabinieri
di VITTORIO FIORENZA
«Ora mi diverto io con te, appena restiamo soli e loro se ne vanno». “Loro”, i carabinieri, sono intervenuti a difesa della donna che ha chiesto aiuto perché picchiata. Nemmeno di fronte ai militari, l’uomo, un 39enne di Biancavilla, ha trattenuto la sua rabbia e le sue minacce nei confronti della moglie. Anzi, si è scagliato pure contro i carabinieri, che lo hanno quasi trascinato con forza fuori casa e portato in caserma.
L’intervento degli uomini della stazione biancavillese è stato decisivo per evitare di aggravare una situazione familiare di litigi ed aggressioni.
La coppia ha deciso di separarsi e sono in corso le azioni legali: i rapporti sono molto tesi. Le violenze del 39enne ai danni della donna, tuttavia, sarebbero cominciate non da ora ma da alcuni anni, come accertato dai carabinieri nel corso delle indagini scaturite dalle dichiarazioni della vittima, assistita dall’avv. Grazia Ventura.
Dichiarazioni che hanno portato l’uomo, descritto come persona particolarmente gelosa e possessiva, ad essere arrestato, su ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania.
Secondo i racconti fatti dalla donna ai militari, il marito spesso l’avrebbe maltrattata, usato violenza fisica (in alcune occasioni le avrebbe dato anche morsi alla mano e le avrebbe fratturate le dita) e costretta pure ad avere rapporti sessuali senza la sua volontà. Ecco perché adesso l’uomo è chiamato a rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, lesioni gravi e minacce gravi. Allontanato dalla moglie, al momento si trova agli arresti domiciliari in casa della madre.
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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