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Cronaca

Chiese il pizzo ad un dipendente Imprenditore di nuovo arrestato

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carabinieri

Di nuovo in manette. Due settimane fa era stato beccato, dopo avere intascato il pizzo sull’indennità agricola di un proprio lavoratore. Adesso, arrestato per evasione, essendo stato sorpreso di militari fuori dai “domiciliari”.

 

di Vittorio Fiorenza

Appena due settimane fa era stato arrestato e posto ai “domiciliari” con l’accusa di avere chiesto il pizzo ad un proprio dipendente sull’indennità di disoccupazione agricola che quest’ultimo percepiva, una volta conclusa la stagione lavorativa.

Adesso, il titolare di un’azienda ortofrutticola di Biancavilla è stato arrestato di nuovo dai carabinieri per evasione. Una palese violazione della misura restrittiva a cui era stato sottoposto dall’autorità giudiziaria. Questa volta, i militari hanno anche diffuso le sue generalità: si tratta di Alfio Ricceri di 56 anni.

L’uomo, sorpreso in flagranza da una pattuglia dei carabinieri biancavillesi, in attesa di andare in giudizio per direttissima, è stato ricollocato ai “domiciliari”.

Una posizione aggravata, quindi, la sua. Le manette, ad inizio mese, erano scattate dopo la denuncia presentata da uno dei lavoratore del suo magazzino. L’imprenditore era stato beccato dai carabinieri, in strada, appena dopo avere intascato 300 euro. Sarebbe la somma estorta al lavoratore sull’indennità erogata dall’Inps.

L’imprenditore si sarebbe giustificando, dicendo che si trattava della restituzione di un prestito. Tutt’altra versione, quella della vittima, la prima che per un caso del genere ha rotto il silenzio. Il fenomeno, quello di datori di lavoro che fanno la cresta sui propri dipendenti, secondo i carabinieri, sarebbe molto diffuso, anche se finora a Biancavilla soltanto uno ha avuto il coraggio di denunciare.

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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