Per Biancavilla Oggi è stato un mese di attività straordinaria, anche con notizie e dettagli esclusivi. E l’apprezzamento di voi lettori è lampante. Il sito è balzato dalle 31.021 visite di settembre alle 94.618 di ottobre (di questi oltre 10mila sono state registrate in un solo giorno, in occasione della demolizione della prima costruzione e della conferenza stampa in Procura sul blitz antimafia).
Sono dati veramente “pazzeschi”, al di fuori dalla scala delle nostre previsioni. Rispetto al mese precedente, le visite si sono triplicate per effetto dei 26.739 utenti che hanno cliccato sui link di Biancavilla Oggi, producendo 179.120 visualizzazioni di pagine in 31 giorni.
Sono numeri rilevati e certificati da Google Analytics che mostrano non soltanto come il sito sia diventato in poche settimane un riferimento quotidiano per i biancavillesi (compresi i tanti che risiedono fuori comune e all’estero). Ma mostrano pure il grande potenziale che questo spazio web ha per la comunicazione promozionale e per campagne pubblicitarie locali che possano intercettare e raggiungere un vasto pubblico.
Una scommessa vinta, quella di Biancavilla Oggi. Non esiste ormai famiglia biancavillese che non abbia mai avuto contatto e conoscenza di questo nuovo modo di fruire dell’informazione locale. Un’informazione libera e slegata da logiche istituzionali e politiche, che –lo ricordiamo– a garanzia della nostra autonomia ed indipendenza, non chiede e rifiuta contributi, finanziamenti o elargizioni da parte del Comune e partiti.
Una linea inedita nell’ambito locale che riteniamo sia vincente. Quei numeri lo confermano e ci danno conforto. Rinnoviamo questi intenti e il nostro impegno. Da parte vostra, continuate a seguirci così numerosi.
Non abbiamo fatto in tempo ad uscire dallo stato d’emergenza sanitaria che un nuovo evento, d’incidenza planetaria, irrompe nelle paure individuali e nella psicosi collettiva. Il conflitto russo – ucraino non ci riporta soltanto dentro le pagine di una storia che pensavamo definitivamente chiusa nei manuali. Ci rimette di fronte all’incertezza dell’avvenire, alla debolezza degli organismi internazionali. E mentre le retoriche di parte tirano a disorientarci, restano le vittime silenziose. I congiunti di chi ha perso la vita o combatte in prima linea, chi ha già perso tutto ed è profugo. Loro insegnano che non c’è mai guerra che si vince.
Eppure, la Pasqua viene per il mondo. Ci riporta alle due condizioni dell’esistere: alla prova e alla gioia. Si ritorna visibili per le strade a parteciparci l’umanità.
E in questo lembo di mondo che si chiama Biancavilla tornano le processioni, si ritorna a sperare. Siamo stati un’Addolorata o un Mistero, ma ci ha abitati una promessa: quella Paci che è esplosione. Vita che ci sorprende dentro la vita.
E mentre vogliamo riappropriarci, seppur con cicatrici individuali e sociali, di quella normalità che ci manca da oltre due anni, ci sentiamo uniti nella drammaticità degli eventi globali. E nella tragedia ci scopriamo vivi, tra il Getsemani e l’alba del terzo giorno.
Ma il biancavillese si rappresenta come un deluso. Estraneo a un sistema che nei fatti si accetta con compiacenza. E che venga Pasqua per educarci al senso del collettivo, a una legalità non di facciata, a prendere posizione contro il malcostume, che ci insegni a esigere dalle istituzioni, che non ci faccia mendicare diritti come favori.
Solo così avremo il coraggio di dire che amiamo questa terra e aPaci l’avremo noi fatta col mondo. Ci faremo l’abito nuovo da esibire nella piazza Roma della conquista sociale. Sapremo restare. È utopia attendere la Pasqua a Biancavilla?