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Glorioso: «La legalità si pratica senza clamori, risponderò a Fratelli d’Italia»

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Glorioso durante il comizio in piazza Roma sulla questione rifiuti

«Ancora una volta l’opposizione non perde occasione, anche a Natale, per fare polemica continuamente persino su temi importanti che non possono essere oggetto di facili strumentalizzazioni».

È arrivata nel giro di di poco più di un’ora la replica del sindaco Giuseppe Glorioso sulla presa di posizione del consigliere di Fratelli d’Italia, Marco Cantarella, che taccia di insensibilità l’intera amministrazione comunale sul fronte dell’antiracket. L’esponente della destra punta il dito sulla giunta, che per ben due volte non si è presentata in Aula, evitando di rispondere alla sua interrogazione sulla mancata istituzione dello sportello antiracket, nonostante gli impegni presi un anno fa.

«È noto a tutti -spiega Glorioso- che non mi sono mai sottratto al confronto, per nessuna ragione, così come è noto che proprio questo sindaco ha sempre messo la faccia su temi particolarmente spinosi, denunciando anche tentativi di minacce per l’intera città, come avvenuto in un pubblico comizio, nei primi giorni di ottobre, mentre l’opposizione di Centrodestra, come sempre, preferiva dedicarsi ad altro».

Glorioso ritiene che «la legalità si pratichi ogni giorno, attraverso atti amministrativi concreti, iniziative che non necessitano del clamore che piace al Centrodestra e ad un confronto sinergico con i Carabinieri che ringrazio per l’intensa attività svolta anche quest’anno».

Pur non precisando le ragioni dell’assenza della giunta, per due volte, in aula, sul tema dell’antiracket, il primo cittadino puntualizza che risponderà «con estrema chiarezza anche sull’interrogazione del consigliere Cantarella nella prossima seduta di Consiglio comunale, ricordando anche l’impegno e il coraggio che quest’Amministrazione ha già manifestando con una delibera antiracket che ha portato ai risultati sperati, senza bisogno di proclami».

«Il tema della legalità -conclude Glorioso- è molto ampio e auspico che il consigliere Cantarella possa condividere, in prima linea, le iniziative relative alla gestione dei rifiuti, alla lotta ai privilegi e alle azioni volte a garantire pari opportunità per i giovani in cerca di lavoro in modo dignitoso, senza ricercare varie forme di sponsor perché anche questo è legalità».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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