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L’appello del sindaco: «Cimitero aperto, ma evitate di andarci l’1 e 2 novembre»

La polizia municipale e i volontari della protezione civile impegnati per regolare gli accessi

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© Foto Biancavilla Oggi

La scelta dell’amministrazione comunale di Biancavilla è quella di non chiudere il cimitero in coincidenza della commemorazione dei defunti. Ma c’è un appello da parte del sindaco Antonio Bonanno, affinché si evitino affollamenti e assembramenti.

«Abbiamo raccomandato – dice – di non recarsi in massa al cimitero nei giorni dell’1 e 2 novembre e tantissimi cittadini stanno rispondendo all’appello, anticipando la visita ai propri cari defunti. In coincidenza di domenica e lunedì, la Polizia municipale effettuerà un servizio di controllo sul posto con i volontari delle diverse associazioni di Protezione civile. All’ingresso effettueranno la misurazione della temperatura corporea».

Il rischio assembramento è maggiore nelle cappelle di pertinenza del Comune e delle confraternite religiose. Per questo, il primo cittadino ribadisce l’appello.

«Non affolliamo il cimitero nei due giorni dell’1 e 2 novembre, la visita – specifica Bonanno – può essere effettuata anche nei giorni successivi. Se non abbiamo disposto la chiusura del cimitero è stato per evitare inevitabili assembramenti che avrebbero avuto luogo nella giornata di sabato e martedì prossimi. Abbiamo fatto in modo che fino al 2 novembre il cimitero rimanesse aperto tutto il giorno: dalle ore 8 alle 18».

Altra decisione ha riguardato la celebrazione delle messe all’interno del cimitero. «Con i parroci si è anche deciso, seppur a malincuore, di non celebrare le Sante Messe all’interno delle Cappelle delle Confraternite», ha annunciato il sindaco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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