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Pietro Manna solidale con Ada Vasta «Calpestato il suo diritto di madre»

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L’ex sindaco diessino Pietro Manna

L’ex sindaco Pietro Manna interviene sulla vicenda della consigliera Ada Vasta, la cui gravidanza è diventata un caso politico. Nonostante la sua impossibilità a partecipare alla seduta sul bilancio, la riunione è stata fissata per domenica prossima, quando ancora l’esponente Ncd sarà a riposo per i postumi del parto. La sua assenza significherebbe per la coalizione di Glorioso la supremazia numerica per fare passare l’atto. «Un vigliacco escamotage», ha tuonato l’opposizione. Sull’argomento, l’ex sindaco diessino è intervenuto su Facebook, commentando un link di Biancavilla Oggi, con queste parole.

«Mi ero ripromesso di non intervenire su faccende politiche locali, rispettoso delle scelte dei cittadini che quando votano democraticamente scelgono i loro degni rappresentanti. Ma la convocazione del Consiglio Comunale che di fatto impedisce alla consigliera Ada Vasta di partecipare ad una importante seduta mi impone di non rispettare il mio proposito. Non tanto per come si è sviluppata la vicenda: l’incoerenza, il venir meno alla parola data, le furbizie di bassa lega, il tornacontismo, sono oggi la parte essenziale di una politica “nuova”, a cui di certo non tutti si ispirano, ma che tanti adottano per “fare carriera”. Mi ha colpito che pur di raggiungere l’obiettivo si calpestano diritti fondamentali, come quello di potere diventare madre serenamente, non si ha rispetto per una nuova vita, si manda il messaggio che un misero tornaconto vale più di ogni valore (se ancora il termine è consentito). Alla consigliera Ada Vasta la mia piena solidarietà, ad altri l’augurio di un repentino rinsavimento».

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La gravidanza della consigliera Ada Vasta diventa un caso politico

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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