Connettiti con

Politica

Tari, nessun bollettino per le rate: anziani in confusione sui pagamenti

Pubblicato

il

di VITTORIO FIORENZA

Sono soprattutto gli anziani ad avere le maggiori difficoltà a comprendere come effettuare il pagamento. Per l’acconto della Tari 2014, il tributo sul servizio di raccolta dei rifiuti, il Comune non sta facendo recapitare i classici bollettini postali, ma un modello F24 semplificato con l’intestazione dell’Agenzia delle entrate. Semplificato non per tutti.

Ma non è il solo inghippo che da più parti viene segnalato. Mancano i moduli per il pagamento rateale. C’è soltanto quello in unica soluzione, il cui versamento va effettuato entro il 31 luglio (si tratta comunque di acconto, con saldo previsto a fine anno). Per chi volesse, l’importo di questo acconto può essere pagato in quattro rate (con scadenze 31 luglio, 31 agosto, 30 settembre e 30 novembre). In questo caso, però, tocca all’utente procurarsi il modulo F24 e compilarlo.

Un aspetto su cui i consiglieri Daniele Sapia, Mauro Mursia, Fabrizio Portale e Veronica Rapisarda di Forza Italia hanno diffuso una nota: «Prendiamo atto della poca chiarezza, scaturita dalla presenza di un solo bollettino con l’intero importo da pagare in un’unica soluzione, istigando così la gente a pagare in una sola volta. Sarebbe stato opportuno e corretto inviare quattro bollettini con le relative scadenze. Invitiamo il sindaco ad una maggiore chiarezza e sensibilità per il periodo difficile che vive la gente».

Il sindaco Giuseppe Glorioso spiega così la scelta: «Il tributo si paga con F24, non lo stabiliamo noi. Può anche non piacere, ma non abbiamo inserito i moduli per la rateizzazione perché stampare altri quattro fogli avrebbe comportato un aggravio di 1,20 euro ciascuno per una spesa complessiva di ulteriori 15mila euro, visto che gli utenti sono circa 12000. Chi ha difficoltà nella compilazione si può rivolgere ai nostri uffici».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

Pubblicato

il

Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti