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Cronaca

Insinuazioni di mafiosità, Giuseppe Arena querela un utente facebook

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di Vittorio Fiorenza

Giuseppe Arena querela per diffamazione un utente facebook, che lo ha tirato in ballo, sollevando insinuazioni di mafiosità.

L’ex imprenditore del settore delle pompe funebri, oggi testimone di giustizia, è un incensurato che ha dato un notevole contributo alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, fino a determinare le inchieste “Onda d’urto”, “Reset” e “Ambulanza della morte”.

La sua scelta di ribellione ai gruppi mafiosi di Biancavilla (eredi del vecchio clan Toscano, Mazzaglia, Tomasello) è accertata da centinaia di atti e dichiarazioni rivelatisi utili alla Procura etnea, che lo ha considerato credibile e fondamentale per costruire l’impalcatura delle inchieste che hanno fatto piazza pulita, liberando Biancavilla dalla cappa criminale.

Che Arena sia una vittima, lo sostiene la Procura (con il sostituto procuratore Andrea Bonomo) e di fatto lo ha accertato di recente il Giudice per le indagini preliminari, Luigi Barone, accogliendo una richiesta di archiviazione del pubblico ministero in merito ad una vecchia indagine (denominata “Pojo rosso” con una trentina di persone coinvolte) per “416 bis” in cui figurava Arena. L’ex imprenditore –è stato specificato– è una vittima, non un colluso. E gli incontri con Giuseppe Amoroso detto l’Avvucatu –che avevano dato input alle indagini– vanno motivati con il pagamento del pizzo a cui l’allora imprenditore era costretto.

Nessuna ombra, dunque, per la Procura e per il Tribunale di Catania. Eppure, c’è chi solleva dubbi. Come un utente facebook, che in un commento sulla seguitissima pagina di Biancavilla Oggi associa il nome di Arena con quello della mafia e dell’ambulanza della morte. Il commento in libertà (che noi abbiamo prontamente rimosso per la matrice diffamatoria) era stato scritto sotto il post relativo alla lettera che Arena ha inviato al sindaco Antonio Bonanno (di cui ha dato notizia in esclusiva il nostro giornale).

Da qui, quindi, la reazione dell’ex imprenditore –lontano da Biancavilla, inserito nel programma di protezione – che ha presentato querela contro l’utente facebook.

«Io sono testimone di giustizia e non collaboratore di giustizia», specifica Arena, assistito dall’avv. Pilar Castiglia. «È evidente –sottolinea ancora– l’efficacia diffamatoria del suddetto commento che oltre a ledere la mia reputazione, lede, a mio parere, anche lo Stato al servizio del quale io mi sono posto».

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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