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Cronaca

Beccato grazie alle immagini video per due furti d’auto a Biancavilla


Quasi un anno di indagini da parte dei carabinieri hanno portato all’arresto di un belpassese, ritenuto responsabile del furto di due veicoli a Biancavilla. Determinante l’esame delle registrazioni dei sistemi di sorveglianza.


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I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò hanno arrestato il 33enne Carmelo Francardo di Belpasso, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica etnea.

Grazie alle indagini dei carabinieri, coordinate dal magistrato titolare del fascicolo, si è potuta fare piena luce su due furti di auto avvenuti il 21 novembre 2018 a Biancavilla. Gli investigatori, attraverso la minuziosa ricostruzione dei fatti reato, che si è avvalsa dell’analisi dei filmati registrati

Dalle telecamere attive nelle zone d’interesse, nonché di altre attività di natura tecnica, si è potuto collocare Francardo su ambedue i luoghi teatro dei furti così come peraltro acclarato in alcuni frame estrapolati dai video esaminati.

Quel giorno ad essere rubate furono una Renault Clio, poi abbandonata per un improvviso guasto, e una Fiat Uno, ritrovata completamente bruciata nelle campagne di Adrano, presumibilmente utilizzata per compiere un’altra tipologia di reato.

L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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