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Cronaca

Uccise il marito Alfio a casa, Ingrassia fa ricorso in Cassazione

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di Vittorio Fiorenza

Ricorre in Cassazione, Enza Ingrassia, già condannata in primo e secondo grado per l’uccisione del marito, Alfio Longo, colpito con un legno in testa, al culmine dell’ennesima lite nella villetta familiare di zona Vigne, a Biancavilla. La donna si rivolge agli Ermellini contro la sentenza emessa lo scorso giugno dalla Corte d’Assise d’Appello di Catania, che l’ha condannata a 12 anni di reclusione per omicidio volontario.

Effetto di un concordato tra la Procura generale, rappresentata da Angelo Busacca, ed il legale dell’imputata, l’avv. Pilar Castiglia. Due anni in meno, rispetto al verdetto con rito abbreviato del Giudice dell’udienza preliminare, Rosa Alba Recupido.

Il ricorso alla Suprema Corte, ora, è stato firmato dalla stessa Ingrassia e consegnato ai carabinieri di Mascalucia, centro in cui si trova la comunità “Major”, nella quale la donna è ai “domiciliari”.

«Si ritiene che il Giudice –viene riportato nel ricorso– abbia affermato la penale responsabilità della Ingrassia, non offrendo valide, logiche e congrue argomentazioni. Si ritiene, pertanto, che il Giudice non abbia, sufficientemente e congruamente argomentato la sentenza in oggetto essendosi limitato, solamente e semplicemente, a indicare come motivi i fatti giudiziari pregressi, non considerando che, il giudice nel desumere la personalità a delinquere del colpevole, non deve perdere di vista, non solo il fatto-reato, ma anche e soprattutto la personalità».

Personalità e inclinazioni soggettive dell’imputata che «vanno valutate con riferimento alla capacità a delinquere, intesa come attitudine del soggetto a commettere nuovi reati, quindi con una valutazione prognostica e non ante acta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. francesco

    14 Novembre 2018 at 12:25

    Ma è così difficile in Italia far condannare definitivamente un assassina?è assurdo, colpevole fino al midollo ed ancora è in vacanza in comunità….poi però diamo 30 a chi ruba una gallina…

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Cronaca

Sequestrata dai carabinieri un’officina abusiva: denunciato un 59enne

L’uomo dovrà restituire allo Stato anche 21.850 euro di reddito di cittadinanza già percepito

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Denunciato in stato di libertà un 59enne biancavillese, con precedenti. Secondo quanto accertato dai carabinieri, deve rispondere di esercizio abusivo della professione, gestione e smaltimento illecito di rifiuti e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Nello specifico, l’uomo, ufficialmente disoccupato, aveva allestito, senza alcuna autorizzazione, un’officina meccanica all’interno di un garage di proprietà del padre. Un locale situato in periferia. Occupata abusivamente anche parte della strada pubblica, utilizzata per parcheggiare, su carrelli elevatori e cavalletti, le autovetture da riparare.

Lungo la via in questione, i militari hanno quindi trovato diverse automobili, parzialmente smontate e con il cofano motore aperto, nonché un furgone con il cassone alzato, suddiviso in più pezzi.

All’interno del garage sono stati, invece, rinvenuti gli “attrezzi da lavoro” e molti rifiuti speciali, tra cui parti di motori di autovetture, oli e batterie esauste.

L’officina è stata, quindi, posta sotto sequestro e i veicoli in riparazione sono stati riaffidati ai proprietari, ignari che l’attività fosse irregolare.

Lo stesso carrozziere abusivo è stato, infine, deferito anche per aver illegittimamente incassato il sussidio pubblico del reddito di cittadinanza. Al riguardo, i carabinieri hanno proceduto, coordinandosi con l’Inps, all’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, nonché all’avvio dell’iter di restituzione di quanto indebitamente ricevuto. Il 59enne, pertanto, dovrà riconsegnare alle casse dello Stato ben 21.850,00 € riscossi tra maggio 2019 e aprile 2023.

I cittadini residenti nella zona, che d’ora in poi potranno finalmente godere del decoro urbano ripristinato in quella via, hanno ringraziato i Carabinieri per il loro operato.

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