Cronaca
Blitz “Reset”, in sei alla sbarra: tra le parti civili pure il Comune

Meno di tre mesi fa, l’operazione antiracket. Per tre imputati si procederà con rito abbreviato. Rito ordinario per altri tre. Tutti accusati di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un’impresa di pompe funebre.
di Vittorio Fiorenza
Dalle manette all’approdo in un’aula di giustizia, in meno di tre mesi: procedimento sprint, quello relativo al blitz antiracket “Reset”, che vede alla sbarra sei presunti estortori (ora reclusi tra Bicocca, Caltanissetta e Siracusa) che avrebbero agito, con metodo mafioso, ai danni di un’impresa funebre di Biancavilla.
Udienza in camera di consiglio davanti al giudice Giuliana Sammartino. Per tre imputati (Carmelo Vercoco, Alfio Muscia e Vincenzo Monforte) si procederà con rito abbreviato: a settembre prevista la sentenza. Gli altri tre (Alfio Petralia, Alberto Gravagna e Angelo Girasole) seguiranno il rito ordinario, che si aprirà il prossimo mese. I sei sono seguiti dagli avv. Turi Liotta, Pietro Scarvaglieri, Rosario Pennisi, Emanuela Laganà e Francesco Messina.
Costituite anche le parti civili: le vittime (l’imprenditore Giuseppe Arena e la moglie, assistiti dall’avv. Pilar Castiglia), nonché l’associazione “Libera Impresa” e –grazie al pressing da vari fronti, negli ultimi anni– il Comune di Biancavilla, assistiti dall’avv. Riccardo Frisenna.
In aula, a fianco all’imprenditore, pure Rosario Cunsolo, presidente dell’associazione. Non c’era il sindaco Giuseppe Glorioso né assessori. Ad ogni modo, per l’amministrazione comunale si tratta di una decisione inedita. Una svolta, visto che in precedenti processi (da “The wall” a “Garden”) non si era esposta in tal senso. Scelta che sarà ribadita, il prossimo mese, nel processo “Onda d’urto”, relativo al blitz di dicembre, di cui “Reset” rappresenta un’appendice.
Entrambe le operazioni, condotte dai carabinieri della compagnia di Paternò, coordinati dal sostituto procuratore Andrea Bonomo, hanno consentito di fare luce sugli affari e sul pizzo nel settore delle pompe funebri, imposti dai gruppi locali eredi del vecchio clan mafioso.
Tra le carte delle inchieste emergono pure gli appetiti criminali sul trasporto privato delle ambulanze, all’esterno dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”, di cui la trasmissione “Le Iene” ha fornito un agghiacciante squarcio con il servizio su “L’ambulanza della morte”. Caso su cui sta indagando lo stesso pm Andrea Bonomo.
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Cronaca
Tre studentesse travolte da una moto, grave una ragazza di Biancavilla
Incidente a Paternò: le tre compagne stavano camminando per raggiungere la fermata dell’autobus

Incidente stradale nei pressi del Parco del Sole, lungo Corso Italia, a Paternò. Una moto, guidata da un 17enne di Santa Maria di Licodia, ha investito tre ragazze che stavano attraversando la strada.
Tra i feriti, una ragazza di 16 anni di Biancavilla è stata trasferita in elisoccorso dal campo sportivo “Falcone Borsellino” all’ospedale “Cannizzaro” di Catania. Le sue condizioni sarebbero gravi, avendo riportato un trauma cranico-facciale. Le altre due giovani coinvolte, una 16enne e una 18enne, entrambe di Santa Maria di Licodia, hanno riportato fratture agli arti e lesioni a milza e polmoni.
Le tre ragazze, studentesse del Liceo Scientifico “Enrico Fermi”, stavano attraversando la strada per raggiungere la fermata dell’autobus che le avrebbe riportate a casa dopo la scuola.
Gli agenti della polizia municipale di Paternò hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dell’incidente. La moto è stata posta sotto sequestro. Il traffico nella zona è stato temporaneamente deviato per consentire le operazioni di soccorso e i controlli delle forze dell’ordine.
Cronaca
Consegnati soldi e gioielli, truffata un’anziana di Biancavilla: due arresti
Le dettagliate indagini condotte dai carabinieri hanno consentito di risalire subito ai malfattori

Erano riusciti a farsi consegnare contanti e gioielli da una 88enne di Biancavilla, con la “sceneggiatura”, ben congeniata. Un finto avvocato ha contattato la vittima sull’utenza telefonica di casa, allarmandola con la falsa notizia di un grave incidente stradale provocato dal figlio. Per questo motivo, dunque, l’anziana madre, per evitare le spiacevoli conseguenze legali prospettate dal truffatore, ha consegnato ad un finto appartenente alle Forze dell’Ordine denaro e gioielli.
Questa volta, però, i Carabinieri di Biancavilla e di Catania, sono riusciti ad arrestare i malviventi: due 19enni catanesi. Le indagini sono scattate non appena la signora, sentito il figlio, ha compreso il raggiro, decidendo di denunciare tutto ai carabinieri di Biancavilla.
I militari hanno immediatamente avviato le indagini, mettendo in campo tutte le pattuglie disponibili e analizzando, in prima battuta, tutte le telecamere di videosorveglianza della zona, dalle quali sono riusciti a risalire all’autovettura adoperata dai truffatori, una Fiat 500 noleggiata a Catania poche ore prima.
Allertati, dunque, i colleghi della Compagnia di Catania Fontanarossa, anche i colleghi di Librino si sono messi sulle tracce dei malfattori, individuando l’autonoleggio e acquisendo i documenti di uno dei due giovani. Poi, mediante analisi tecniche e accertamenti presso la banca dati in uso alle Forze di Polizia, gli investigatori hanno ricostruito il percorso effettuato dall’auto, accertando che quel giorno era stata a Biancavilla e si era fermata davanti alla casa della vittima, per poi rientrare a Catania.
Le varie pattuglie in campo hanno perciò predisposto un servizio di osservazione a distanza, beccando poi i due giovanissimi truffatori mentre stavano riconsegnando l’utilitaria, convinti di averla fatta franca. I due, portati in caserma e arrestati, devono rispondere di truffa aggravata. Il giudice ha convalidato gli arresti, sottoponendo i due giovani ai domiciliari.
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