Cronaca
Automobilista investe due ciclisti Prima fugge, ma viene rintracciato
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L’incidente è avvenuto vicino Piano Rinazze, non lontano del confine tra il territorio di Biancavilla e quello di Santa Maria di Licodia. Non sono gravi i feriti, due adraniti.
di Vittorio Fiorenza
Un automobilista che percorreva la Strada Statale 121, nella zona non lontana da piano Rinazze, vicino al bivio che segna il confine tra il territorio di Biancavilla e quello di Santa Maria di Licodia, ha investito due ciclisti di Adrano che procedevano nella stessa direzione.
Un incidente che ha fatto strapazzare a terra i due. Trasportati al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla e sottoposti ad accertamenti, i due adraniti hanno riportato escoriazioni e, uno di loro, pure qualche frattura. Nulla di grave, insomma, da questo punto di vista.
La gravità sta nel fatto, invece, che l’automobilista, dopo avere urtato i ciclisti, non si sia fermato a prestare soccorso, fuggendo via. Il caso ha voluto, tuttavia, che si trovasse a passare da lì in quel momento il comandante della polizia municipale di Centuripe, che ha riconosciuto l’automobilista come suo compaesano.
Per i rilievi della dinamica dell’incidente sono intervenuti i vigili urbani di Biancavilla, mentre le indagini sulla responsabilità dell’accaduto sono affidate ai carabinieri di Centuripe. L’automobilista potrebbe rispondere ora di omissione di soccorso.
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Cronaca
Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi
Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe
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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.
Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.
I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.
«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».
Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.
Indagini ancora in corso
Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.
Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.
Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.
Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.
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