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«Ospedale, 1° settembre via ai lavori» Mancano opere per 2 milioni di euro



Da realizzare il tunnel per collegare il vecchio e il nuovo plesso ospedaliero. Da ultimare pure l’ala nord-est del blocco operatorio. Per il resto, interventi minimi.
di Vittorio Fiorenza
Il sopralluogo del commissario straordinario dell’Asp di Catania, Rosalia Mulè, nel cantiere dell’ospedale di Biancavilla, previsto per il 1° settembre, dovrebbe dare il nuovo via ai lavori per il completamento della struttura. Stando alla notizia data qualche settimana fa dal sindaco Giuseppe Glorioso, quel giorno operai e mezzi dovrebbero riprendere le opere per consentire l’inaugurazione del plesso ospedaliero nei primi mesi del 2015.
Gli intoppi burocratici, lo status di azienda in amministrazione giudiziaria controllata dell’Ati Group, incaricata dei lavori, e la successiva acquisizione nell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata non hanno fatto altro che stoppare le opere.
Stop che adesso sembra superato. Ma cosa manca alla struttura per essere dichiarata ultimata? Manca veramente poco. Dovrebbero essere sufficienti quattro mesi ed altri 2 milioni di euro per arrivare alla conclusione.
A spiegare i dettagli è l’ing. Cesare Taddia della direzione dei lavori, che in una lunga relazione sullo stato dei lavori richiesta all’azienda sanitaria dalla senatrice Ornella Bertorotta del Movimento Cinque Stelle, fa il punto della situazione.
Per quanto riguarda i locali interni, «sulla copertura del corpo alto è ancora da ultimare il montaggio dei canali dell’aria, a tutti i piani mancano i batti barelle, al terzo piano sono ancora da posizionare delle porte, sono stati installati gli otto pensili con doppio braccio nella Rianimazione ma mancano i relativi cablaggi, risultano ancora da montare le motorizzazioni delle tapparelle».
Continua ancora l’ing. Taddia: «Sulla copertura della parte nuova bassa manca il completamento delle canalizzazioni, tubazioni e quadri elettrici». Rimane da ultimare l’ala nord est del blocco operatorio e sterilizzazione centrale, dove mancano «la posa delle vetrate di chiusura del balcone e del balcone, i quadri elettrici delle tre sale operatorie e le finiture edili, e manca la chiusura del controsoffitto».
Inoltre, «nelle centrale di sterilizzazione sono state solo posizionate tutte le attrezzature, comprese le due autoclavi passanti, ma mancano ancora le pareti divisorie che delimitano le zone».
«Al primo piano manca il serramento di chiusura dell’atrio centrale, al piano terra nel pronto soccorso mancano tre vetrate e le porte interne che sono pronte in magazzino, nella zona radiografie mancano dei pavimenti e dei rivestimenti. Manca ancora il corridoio di collegamento esterno tra Rx e pronto soccorso, mentre l’androne d’ingresso principale è al rustico e la camera calda non è ancora realizzata».
Per quanto riguarda la parte esterna della struttura, l’ing Taddia individua il tunnel di collegamento tra il vecchio e il nuovo plesso ospedaliero come «l’opera di maggiore impegno ancora mancante». Per il resto, «le fognature nere e la raccolta delle acque meteoriche sono pressoché ultimate, la centrale termofrigorifera è ultimata, salvo la posa di due gruppi di riduzione del vapore, di tratte dei camini, degli isolamenti e finiture». E manca pure l’isola ecologica.
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Impennata Covid, a Biancavilla il 30% di casi in più negli ultimi 15 giorni
Sono 183 i biancavillesi con positività al virus: +32 “nuovi ingressi” registrati in due settimane


Non se ne parla, i “bollettini” hanno interrotto la loro periodicità. Ma il Covid non arretra. Anzi, secondo gli ultimi dati verificati da Biancavilla Oggi, nella nostra città c’è –in linea con il trend nazionale– un aumento dei nuovi casi.
Se confrontiamo le statistiche delle ultime due settimane, l’incremento dell’incidenza della positività al coronavirus è balzata di circa il 30%. Se 15 giorni fa, le persone positive a Biancavilla erano un centinaio, adesso quelle registrate sono 183. Nello specifico, i “nuovi ingressi” sono 32, quindi circa il 30% in più rispetto a due settimane fa.
Un salto non indifferente. Ma il dato –riferito al quadro offerto dall’Asp di Catania e dalla struttura commissariale Covid– è da ritenere sottostimato. C’è una realtà sommersa. A causa dei test che si fanno a casa, tanti casi di positività non vengono comunicati ufficialmente o arrivano alle autorità sanitarie con ritardo.
Da qui, la necessità della prevenzione e delle accortezze da seguire quando si frequentano luoghi pubblici. E per chi rientra nel target di età o di “fragili” condizioni di salute, l’opportunità della quarta dose del vaccino.
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