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Cronaca

«Sei un piccolo, grande uomo»: Gioco “celebrato” su Facebook

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© Foto Biancavilla Oggi

Il “silenzio” intonato da una tromba, petali di fiori sparsi lungo il corteo e la bara bianca portata a spalla. Tanti giovani ai funerali di Nicola Gioco, il 21enne assassinato in un agguato in via Pistoia, a Biancavilla. Un corteo composto, seguito alla messa celebrata in chiesa madre da frate Antonio Vitanza.

Nei confronti del ragazzo, su Facebook si contano decine di messaggi. «Ci mancherai piccolo, grande uomo», scrive uno zio. Che si sfoga: «Bastardi, un bambino cosa ha fatto di male per meritare una fine così?». E giù, centinaia di ragazzini e giovanissimi utenti che cliccano “Mi piace”. C’è chi lascia un saluto: «Addio sciatuzzu, riposa in pace». Chi esprime cordoglio: «Un ragazzino non deve fare questa fine». Emozioni senza mai nominare la parola “mafia”. Sentimenti che, in contesti simili, un tempo erano tabù e che oggi, ai tempi dei social network, non hanno limiti.

Ne esce uno spaccato sociale e giovanile per nulla circoscritto. Tutto cristallizzato su monitor o schermi di tablet e smartphone, che lascia chissà quanti spunti di riflessione per istituzioni politiche, parrocchie, operatori scolastici, educatori.

Ma ci sono pure segnali dell’«altra» città. Nel gruppo facebook “Vivi Biancavilla”, la condanna alla faida è esplicita: «Ora basta, no alle mafie». E in tanti invitano alla mobilitazione. Così, ieri sera, in piazza Roma, i rappresentanti di gruppi giovanili e politici si sono incontrati e –questa la decisione– si sono impegnati a promuovere un corteo antimafia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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