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L’altruismo di Salvuccio Sapienza: alla famiglia il premio “Placido Stissi”

Il giovane è stato donatore di organi, consentendo di salvare altre vite e riaccendere la speranza

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Un riconoscimento commosso a Salvo Sapienza (Salvuccio, così com’era chiamato affettuosamente da tutti) scomparso, nello scorso mese di maggio, alla giovane età di appena 30 anni e che ha lasciato un’eredità di speranza, dando il via libera alla donazione dei suoi organi.

La Giornata dell’altruismo intitolata all’indimenticato biancavillese Placido Stissi, travolto nel 2004 da un veicolo mentre prestava soccorso ad un giovane rimasto in panne con la sua auto, ha vissuto anche per quest’anno un momento toccante e di profonda condivisione.

Una cerimonia composta in linea con le disposizioni anti-Covid del momento.

Presente la famiglia Stissi, con la moglie di Placido, Anna Maria, i figli Giuseppe, Jessica e Dennis, e la famiglia Sapienza, con i genitori di Salvuccio – il papà Franco e la mamma Rosanna – che hanno ritirato il riconoscimento.

E l’amministrazione comunale ha rivolto parole che hanno richiamato alla generosità ed alla sensibilità dimostrata da chi a Biancavilla ha permesso che continuassero a vivere altre vite.

«La sensibilità di Salvuccio e della famiglia Sapienza e quella dimostrata anche nelle persone di Antonino Castro, Maria Pastanella, Salvo Rubino, Rosina Patti e Vincenzina Zagarella (gli altri sei biancavillesi donatori di organo, ndr), rappresenta un esempio per ognuno di noi – interviene l’assessore Francesco Privitera -. Quello di oggi è stato un altro momento che afferma il valore dell’altruismo e di drammi familiari che hanno il potere di divenire solidarietà e vita».

«Tenevo ad essere presente alla giornata di oggi – racconta il Presidente dell’assise comunale, Marco Cantarella – perché serve fare tesoro di insegnamenti che riguardano l’intera comunità».

«In questo tempo difficile, arrivano storie che sono un modello da seguire e che meritano di essere riportate, ancora di più, alla ribalta della cronaca – spiega il sindaco Antonio Bonanno -. Alla famiglia Stissi andrà sempre il mio affetto ed il mio desiderio è che la giornata dell’11 dicembre diventi una costante irrinunciabile per tutto ciò che è in grado di trasmettere».

«Salvuccio Sapienza –continua il primo cittadino – ci ha lasciato un grande messaggio di altruismo e ce lo ricorda ogni giorno anche attraverso l’intitolazione della nostra Cappella al cimitero dedicata ai cittadini biancavillesi che hanno permesso ad altre persone di potere continuare a vivere grazie alla donazione degli organi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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