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Contagi Covid tra insegnanti e bidelli, Bonanno chiude le scuole di Biancavilla

Ordinanza del sindaco per interventi di sanificazione: fino al 20 novembre alunni e insegnanti a casa

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Il numero dei contagi a Biancavilla è in continuo aumento: superato il centinaio (almeno tra quelli ufficili). I casi di infezione non risparmiano le scuole, come abbiamo scritto in questi giorni. Così arriva l’ordinanza del sindaco Antonio Bonanno che dispone la chiusura di tutte le scuole dell’obbligo di Biancavilla.

«Ho appena disposto, tramite firma ad apposita ordinanza, la chiusura delle scuole di Biancavilla per procedere alla sanificazione dei plessi», ha fatto sapere il primo cittadino.

«Dal 10 novembre e fino al 20 novembre è sospesa l’attività didattica in presenza. Le lezioni proseguiranno attraverso la didattica a distanza secondo le disposizioni organizzative di ogni istituto», viene specificato.

Nei giorni scorsi avevamo dato notizia di contagi accertati sia tra il personale docente della scuola media “Luigi Sturzo” sia tra i bidelli del 2° Circolo didattico. Da qui, le chiusure disposte per le due istituzioni scolastiche. Ma la situazione è in continuo sviluppo. Così, la scelta è stata estesa a tutte le scuole biancavillesi.

«Una scelta, quella di chiudere momentaneamente, per permettere la sanificazione, concordata con i dirigenti scolastici. Ci siamo attivati –specifica il sindaco – affinché nei prossimi giorni si lavori per tracciare i soggetti positivi attraverso uno screening ancora più capillare».

E poi un ennesimo appello ai biancavillesi: «Il momento è difficile e necessita di atti forti ed in qualche modo dolorosi. Un appello a tutti i genitori. Facciamo comprendere ai nostri figli l’importanza di non restare fuori, per strada, a fare assembramenti. Il periodo storico e l’emergenza sanitaria non lo consentono. Mi affido al buon senso di ognuno di noi».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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