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Il magico “album delle figurine” con atleti e giocatori di Biancavilla

Pubblicazione in stile “Panini” passa in rassegna i volti delle associazioni sportive locali

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Un album di figurine con gli atleti e i giocatori di Biancavilla di ogni disciplina. Un album in stile “Panini” ma con i volti di giovani locali che si cimentano in attività sportive. È anche una rassegna per conoscere realtà associazionistiche che contribuiscono a fare aggregazione nella nostra città.

La pubblicazione è stata realizzata, in collaborazione con l’amministrazione comunale, da Akinda, società con sede in Svizzera e una filiale in Italia. È possibile acquistare l’album e poi riempirlo con le figurine adesive oppure scegliere l’album già completo.

Le figurine ritraggono atleti e momenti dei vari gruppi sportivi locali: Citta di Biancavilla calcio a 5, Biancavilla volley, Vulcan Riders Team, Lupi dell’Etna, Etna Taekwondo, Reckless Team, Real Biancavilla, Asd Calcio Biancavilla 1990, Scuola calcio Ucm, Atletico Biancavilla.

Non mancano anche le pagine di promozione del territorio con la storia di Biancavilla ed immagini di luoghi e momenti di vita cittadina. Scatti fotografici forniti da Biancavilla Oggi e dalla nostra casa editrice Nero su Bianco.

«Lo sport è un momento di crescita dei giovani. Nutro grande ammirazione –sottolinea il sindaco Antonio Bonanno– per quanti, nei vari ambiti sportivi in cui si cimentano, accrescono le fila di quanti amano lo sport. Un giovane atleta rispettoso delle regole sarà un bravo cittadino».

Ne è convinto pure l’assessore allo Sport, Salvatore Scalisi: «Per questo, abbiamo il compito di promuovere iniziative e garantire strutture adeguate affinché questa “fabbrica delle emozioni” che si chiama Sport continui a lavorare per i nostri ragazzi».

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Il “Cenacolo” compie ottant’anni: una straordinaria eredità di padre Calaciura

Dalle macerie della guerra, i germogli di un’opera assistenziale diventata un vanto per Biancavilla

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Era il 29 novembre del 1943. Da qualche mese era caduto il fascismo e a settembre era stato firmato l’Armistizio di Cassibile. L’Italia era davvero tutta da rifare. E c’era chi, in mezzo a quegli sconvolgimenti pensava in grande partendo dagli ultimi.

A Biancavilla, Giosuè Calaciura, giovane prete (ordinato appena quattro anni prima), guardandosi attorno e vedendo tanta miseria e tanto disorientamento, con un gesto di coraggio e di altruismo fondava presso dei locali alla periferia est del paese, sotto il Monte Calvario, l’Opera Cenacolo Cristo Re per accogliere gli orfani e le vedove di guerra che pativano la fame, l’abbandono da parte dei familiari più cari deceduti nel conflitto, la disperazione di non vedere futuro.

Coadiuvato da socie dell’Azione Cattolica, il fondatore delinea gli scopi che avrebbero guidato l’opera. Primo fra tutti quello di formare un gruppo di giovani che si «impegnavano ad essere primi in tutto: nella pietà, nell’apostolato e nella bontà di vita».

Il Cenacolo doveva essere centro propulsore per avviare scuole, colonie, ambulatori, uffici per l’assistenza sociale, oratori, doposcuola, laboratori. E assieme a queste attività, chi ne entrava a far parte non avrebbe dovuto scordare mai i principi evangelici, l’amore a Dio e alla Chiesa che doveva rendersi visibile nella vita attiva in parrocchia, nella preghiera, nella buona condotta in famiglia e nella società.

Da “Croce al vallone” al “Sentiero speranza”

Negli anni, quel seme che tante volte – a dire dello stesso don Giosuè – fu minacciato da altre volontà, dai tempi che cambiavano e da svariati fattori avversi, ha saputo mettere radici profonde. Una risorsa per la nostra comunità, soprattutto perché ha sempre saputo guardare i segni dei tempi, aggiornando la sua mission e aprendosi ai bisogni sociali e sanitari contingenti e di volta in volta attuali.

Superata l’emergenza postbellica e mutate le istanze sociali, l’opera si rivolse all’assistenza dei vecchi e degli inabili, contando nel 1961 già circa 30 ricoverati.  Alla fine degli anni ’70, la costruzione di un grande padiglione in contrada Croce al Vallone: l’aumento di posti letto e di servizi, poi l’iscrizione nell’albo regionale come struttura residenziale per anziani non autosufficienti.

La maggior attenzione dedicata ai malati mentali fu la logica conseguenza della Legge 180/78 che determinò la necessità di una specifica assistenza dei dimessi dagli ospedali psichiatrici, e portò alla ristrutturazione della casa madre per poter accogliere soggetti con patologie psichiatriche. Oggi, la struttura di via san Placido, accoglie ben 40 ospiti come Comunità Terapeutica Assistita occupandosi delle loro cure mediche e della riabilitazione psicosociale.

Negli anni ’80, quando il flagello della droga e altri fatti drammatici portavano Biancavilla nelle prime pagine di cronaca nera, apriva la Comunità per tossicodipendenti “Sentiero Speranza” per offrire un servizio riabilitativo residenziale a quei giovani caduti nella spirale della tossicodipendenza.

Una struttura con 117 posti letto

E poi ci sono i tempi moderni con l’inaugurazione della Casa di Cura che si occupa di riabilitazione ortopedica, neurologica, cardiologica, oncologica e pneumologica. È dello scorso aprile l’apertura di un poliambulatorio con servizi radiologici e ambulatori di cardiologia, neurologia, allergologia e immunologia, medicina fisica e riabilitativa, pneumologia, reumatologia e chirurgia.

«Oggi – dice il direttore Giosuè Greco – l’Opera è diventata una realtà molto grande che conta ben 150 tra professionisti e dipendenti, 117 posti letto e molteplici servizi diagnostici, e cerca di offrire il massimo della professionalità e dei servizi, occupandosi anche di formazione e informazione nel territorio sui temi che quotidianamente la vedono impegnata in prima linea».

Spegnendo le 80 candeline, è impossibile non ricordare la figura del fondatore, padre Calaciura, e di quei pionieri – Nerina Piccione, Agatina Russo, Giuseppina Finocchiaro e tanti altri – che in tempi bui e tristi riuscirono a vedere lontano e seppero creare futuro per la loro gente. A queste persone, va oggi la nostra ammirazione e il nostro ringraziamento.

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