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Cronaca

Droga spacciata al bar di Biancavilla: il Questore lo ha chiuso per 30 giorni

Il provvedimento è stato firmato dopo l’operazione condotta dal commissariato di polizia di Adrano

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Il Questore di Catania ha sospeso per 30 giorni, con provvedimento emesso ai sensi dell’art. 100 TULPS, l’esercizio pubblico denominato “Bar da Coco”, sito a Biancavilla, in via Vittorio Emanuele. Il provvedimento fa seguito all’operazione del commissariato di polizia di Adrano, che ha portato nei giorni scorsi a sequestrare marijuana e cocaina. Arrestati e poi rimessi in libertà il titolare del locale e il fornitore dello stupefacente, che ha tentato senza riuscirci di darsi alla fuga con una scooter.

L’intervento di polizia ha permesso di rinvenire 39 involucri che contenevano sostanza stupefacente presumibilmente del tipo cocaina. Inoltre, nascosto sotto al bancone del bar sono state rinvenute una somma in denaro, pari a 210 euro, e altra sostanza stupefacente, presumibilmente del tipo marijuana, custodita dentro una busta di plastica.

Si tratta del secondo provvedimento di sospensione emesso dal Questore di Catania, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, nei confronti di questo bar, per il ripetersi dei gravi fatti che avevano già determinato l’adozione del primo provvedimento.

L’attività, infatti, era stata già sospesa per 15 giorni, con provvedimento ex art. 100 TULPS, datato 11.11.2020, atteso che all’interno dell’esercizio erano stati identificati soggetti, già noti alle forze dell’ordine, che risultavano quasi tutti segnalati quali assuntori di sostanze stupefacenti. Ed erano stati, inoltre, rinvenuti e sequestrati, anche in quell’occasione, 8 dosi di sostanza stupefacente, un bilancino di precisione, alcune bustine in cellophane trasparente con chiusura ermetica, nonché banconote di piccolo taglio presumibilmente provento dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

Erano state riscontrate anche numerose violazioni della normativa vigente per l’emergenza sanitaria in corso. Il titolare dell’attività era stato quindi arrestato, in flagranza, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché per detenzione abusiva di armi, atteso che, presso l’abitazione, deteneva una baionetta non denunciata alle Autorità. A quel provvedimento aveva fatto seguito anche un avviso orale del Questore nei confronti del titolare dell’esercizio.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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