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Cronaca

Inchiesta su falsi dati Covid: «I morti di Biancavilla? Spalmiamoli un poco…»

Intercettazioni choc sui vertici dell’assessorato alla Salute: indagato Ruggero Razza, tre arrestati

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© Foto Biancavilla Oggi

I decessi registrati per Covid? «Spalmiamoli un poco…». Così l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, diceva alla dirigente Letizia Di Liberti, che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid in Sicilia all’Istituto Superiore di Sanità. «I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?», chiede lei non sapendo di essere intercettata. «Ma sono veri?», chiede Razza. «Sì, solo che sono di 3 giorni fa», risponde. E Razza dà l’ok: «Spalmiamoli un poco».

Il riferimento, in particolare, era ai dati relativi a Biancavilla del 4 novembre 2020. Erano i giorni in cui all’ospedale “Maria Santissima Addolorata”, le ambulanze facevano la fila per portare pazienti (anche da fuori provincia) nel reparto Covid e in Terapia intensiva.

È uno dei dettagli che emerge dall’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati regionali sui contagi e sui decessi Covid in Sicilia. Manipolazioni tese ad evitare l’inasprimento di misure per la Sicilia.

Con questa accusa i carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di alcuni appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico. Le accuse sono falso materiale ed ideologico.

L’inchiesta nasce dalla scoperta che in un laboratorio di Alcamo, da qui la competenza della Procura di Trapani, erano stati forniti dati falsati su decine di tamponi. I pm hanno avviato accertamenti che sono arrivati all’assessorato regionale. Diverse intercettazioni confermerebbero l’alterazione dei dati inviati all’Iss.

Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dipartimento, Maria Letizia Di Liberti, il dipendente della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato, Emilio Madonia.

L’assessore regionale alla Sanità della Sicilia Ruggero Razza è indagato. Gli è stato notificato un invito a comparire con avviso di garanzia. È accusato di falsità materiale ed ideologica. I carabinieri gli hanno anche sequestrato dei telefoni. Secondo i militari del Nas, che conducono l’inchiesta, «sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di Razza nelle attività delittuose del Dasoe».

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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