Chiesa
Via libera all’eredità di padre Brancato a favore dell’Annunziata e San Salvatore
A due anni dalla morte, completate le procedure legali: gratitudine dei parroci Tomasello e Verzì

di VITTORIO FIORENZA
L’eredità umana e sacerdotale di padre Placido Brancato è presente nella comunità cattolica di Biancavilla. Ma anche quella materiale è stata destinata alle parrocchie – Annunziata e di San Salvatore – in cui ha lasciato il segno della sua attività, svolta instancabilmente.
Nell’anniversario della sua scomparsa – oggi ricorrono due anni – i risparmi del sacerdote “inventore” degli oratori a Biancavilla passano alle due parrocchie. Come aveva anticipato già Biancavilla Oggi, padre Brancato ha indicato nel proprio testamento le due realtà parrochiali che aveva fondato o contribuito a svilupparsi: «Lascio tutto a loro».
Era stato don Giovambattista Zappalà – vicario foraneo, oggi parroco dell’Idria, ma per 18 anni alla guida dell’Annunziata, dove nel 2000 è subentrato proprio a padre Brancato – ad essere stato indicato come esecutore testamentario per realizzare le volontà dell’anziano sacerdote.
Dopo le lunghe procedure burocratico-legali, la somma è stata sbloccata, seppur in maniera parziale. Perché possa entrare a disposizione di padre Nino Tomasello e padre Salvatore Verzì (rispettivamente parroci dell’Annunziata e di San Salvatore) mancano ancora, tuttavia, degli adempimenti bancari e soprattutto con Poste Italiane. Ma dovrebbe essere ormai questione di poco tempo.
Tutti i suoi averi lasciati, quindi, alla Chiesa biancavillese. Sono frutto di risparmi accantonati con la sua pensione e con la sua “buona uscita” di insegnante di religione cattolica.
«Padre Brancato è sempre ricordato nella nostra comunità, una messa in suffragio sarà celebrata in occasione dei due anni della morte. C’è – sottolinea padre Tomasello – certamente la gratitudine nei suoi confronti. La somma destinata all’Annunziata sarà utilizzata per completare la sede che sarà di “Casa Madre Teresa di Calcutta” e per altri progetti in itinere in parrocchia».
«A padre Brancato rivolgiamo un sentimento di grande gratitudine. Io ho un’idea -dice padre Verzì- su come utilizzare la somma, ma preferisco esprimermi dopo avere sentito il Consiglio pastorale e quando sarà completata la nuova chiesa. Realizzeremo qualcosa che resterà a ricordo e in omaggio alla memoria di padre Brancato, che ha fortemente voluto questa nostra parrocchia».
Il percorso sacerdotale di padre Brancato, il suo impegno a favore dei giovani, la sua attività sociale nel quartiere dell’Annunziata e nella zona di viale Europa sono noti a diverse generazioni di biancavillesi. Uno di quei sacerdoti della concretezza, come è stato documentato attraverso le testiminianze ed il ricchissimo apparato fotografico raccolti nel libro “Santu, riccu e furtunatu” di Giuseppe Gugliuzzo e Giuseppe Ciadamidaro, pubblicato per Nero su Bianco Edizioni. Un impegno che ha attraversato e oltrepassato il Novecento con una coerenza mostrata fino alle disposizioni testamentarie.
«Il testamento aperto dopo la sua morte – aveva detto a Biancavilla Oggi padre Zappalà – mostra e conferma il senso di generosità e l’amore per la Chiesa e la comunità cristiana che aveva padre Brancato».
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Chiesa
La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo
Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.
La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.
La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.
La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.
Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.
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Chiesa
Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”
Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.
Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.
Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.
Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.
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