In città
Al “Cenacolo” rivive la tradizione religiosa e popolare delle “Vampe”
Iniziativa realizzata dagli ospiti della comunità terapeutica assistita di via San Placido

Continuano le attività programmate dalla Comunità terapeutica assistita “Cenacolo Cristo Re” di Biancavilla collegate al momento difficile riferito al Coronavirus, atteso che le uscite e molte altre iniziative sono state sospese e quindi incrementate le progettualità di occupazione del tempo libero all’interno della struttura.
Una bella iniziativa, tra tradizione e presente, ha coinvolto gli ospiti: il mercoledì antecedente la festa dell’Ascensione, in un apposito contenitore braciere, è stata accatastata per essere bruciata della legna. Le fiamme rivolte al cielo, così come ci hanno insegnato i nostri antenati, accompagnano nell’immaginario collettivo il Signore in questa ascesa.
L’accensione della “Vampa” nel nostro paese resiste oggi alla modernità solo in pochi quartieri. Attorno al fuoco come rito propiziatorio e liberatorio, situato all’incrocio di due strade o al centro dei cortili, da Spartiviali fino al Chianu ‘a livera, dalla Grassura alla Fontana vecchia, dalla Chiazzzunedda alla Vanedda ‘a Palma fino al Convento e alla Casina, nel tardo pomeriggio primaverile si incontravano i ragazzi e tutte le persone che abitavano in quei rioni per un momento non solo di preghiera ma anche come occasione di socializzazione e di festa. E dopo un poco, l’odore acre dei falò accesi si confondeva col profumo dolce della zagara che saliva dalle campagne vicine.
Così è stato anche nel cortile del “Cenacolo”. Gli ospiti, in modo festoso e gioioso attorno al piccolo falò, hanno attuato questo rito simbolico. Poi, al fuoco di tre candele, hanno bruciato dei biglietti con le proprie preghiere, emozioni e riflessioni legate alla speranza e al sentimento di ringraziamento per aver superato allo stato attuale la grave pandemia che ha colpito il mondo intero, in modo particolare i soggetti più fragili.
I messaggi scritti sono stati il frutto di stimolazione da parte degli operatori che nei giorni precedenti hanno illustrato il significato dell’evento.
È stato un momento toccante perché per la maggior parte dei presenti questa espressione di cultura religioso-popolare ha costituito una piacevole e gradita novità mai da loro pensata e praticata, il tutto svoltosi tenendo rigidamente conto delle prescrizioni di sicurezza e di distanziamento.
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In città
Kermesse “sanremese” per il Carnevale della comunità “Cenacolo Cristo Re”
Musica, balli, “chiacchiere” e coriandoli per gli ospiti della struttura terapeutica di via San Placido

Sull’eco del Festival di Sanremo e approfittando delle giornate dedicate al divertimento, anche gli ospiti della Comunità Terapeutica “Cenacolo Cristo Re” di Biancavilla hanno voluto organizzare per il Carnevale una kermesse musicale con canzoni e premi.
Nel salone dell’Istituto di via San Placido, grazie alla collaborazione di tutte le figure professionali e di volontariato esterno, si è tenuta la competizione. Una gara in cui i concorrenti, ospiti della struttura, si sono “sfidati”, intonando canzoni di ogni tempo. Valletta d’eccezione che ha accompagnato i “cantanti” alla postazione predisposta per l’esibizione, destando l’ilarità di tutti, un’infermiera in abito carnascialesco che rappresentava la “Sirenetta”. Una giuria composta da vari operatori ha stabilito i primi tre classificati, assegnando un premio. Un gadget a tutti i partecipanti.
L’evento, in ogni sua parte, è frutto dei vari laboratori che si tengono giornalmente in comunità al fine di favorire il percorso riabilitativo degli ospiti (maschere allestite nel Gruppo creativo, canzoni provate e preparate nel Laboratorio musicale…). Non sono mancati musica e balli di gruppo, “chiacchiere” (i dolci tipici del periodo) e coriandoli.
Gli ospiti del “Cenacolo”, inoltre, hanno vissuto l’atmosfera del Carnevale, tra le vie cittadine e nelle piazze di Biancavilla, ammirando i gruppi in maschera e i carri allegorici.
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In città
Nella chiesa del Purgatorio evento ispirato ai “nannareddi” della Civita
Uno spettacolo-recital con Carmelo Zuccaro organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi

Un’atmosfera carica di emozione nella Chiesa del Purgatorio di Biancavilla, dove si è tenuto il concerto di Natale “a bona nova”. Lo spettacolo-recital, organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi, ha rievocato musiche, canti, poesie e litanie della novena natalizia tradizionale siciliana, cantata da suonatori e poeti di inizio Novecento nei quartieri di Catania, dove venivano chiamati “nannareddi”, e di tutte le città della Sicilia.
Un evento che è ispirato dai ricordi d’infanzia di Carmelo Zuccaro, che nel quartiere catanese della “Civita” ascoltava direttamente dai “nannareddi” musiche, canti e recitativo, ed arricchito dalle testimonianze degli anziani dello stesso quartiere. Proprio a loro si deve il recupero dei contenuti di questo antico racconto, che rievoca atmosfere e tradizioni di epoche ormai scomparse ma che riescono ancora ad affascinare e coinvolgere il pubblico.
Uno spettacolo impreziosito dal suono finale della “ciaramella” ed animato dallo stesso Zuccaro, nel ruolo di cantaturi. Con lui: Giorgio Maltese al violino, friscalettu, mandolino e ciaramedda, Mimmo Aiola alla chitarra e Savì Manna, poeta.
Prima del concerto, una messa celebrata dall’assistente spirituale della confraternita, don Pino Salerno, in memoria dei confrati defunti. Speciale ricordo per Gianmarco Rapisarda, prematuramente scomparso nell’ottobre scorso. Conclusioni affidate al governatore dell’arciconfraternita, Agostino Sangiorgio, per i saluti e gli auguri.
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