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I sindacati: «Call center, nessun contagio ma resta un campanello d’allarme»
Intervento di Cse-Fulscam e Ugl Terziario, dopo il caso della sospetta infezione (risultata poi negativa)
«Una ragazza, che lavora presso la sede di Paternò del call center della Lombardia Contact, nella giornata di venerdì, a seguito di alcuni sintomi influenzali ha deciso di verificare se avesse contratto o meno il corona virus. Fortunatamente gli esami hanno dato esito negativo! A nome dei nostri sindacati, le esprimiamo la più sincera e vicinanza per l’alto senso di responsabilità che ha dimostrato, allertando autonomamente il 112 e seguendo le indicazioni ministeriali. Questo episodio è in ogni caso un fortissimo campanello d’allarme, in quanto un eventuale positività avrebbe comportato la totale paralisi dei servizi forniti alla sanità lombarda, in quanto, come viene specificato nel “protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” approvato nella giornata di ieri, questo avrebbe obbligato a porre in isolamento preventivo tutti i colleghi ed il personale presenti nei locali del call center così come previsto dal succitato protocollo al fine di garantire al massimo la sicurezza e la incolumità di tutti i lavoratori salvaguardando i loro cari».
È quanto scrivono le organizzazioni sindacali Cse-Fulscam e Ugl Terziario, assieme alla propria rappresenta aziendale, in riferimento al caso sospetto di contagio di coronavirus su una ragazza biancavillese, impiegata al call center di Paternò. Sospetto fortunatamente rientrato dopo l’esito, negativo, del tampone effettuato sulla ragazza, affetta quindi da semplice influenza di stagione.
Scrivono ancora i sindacalisti: «Impensabile che, nonostante le promesse dei dirigenti di procedere ad interventi preventivi per mettere in sicurezza l’ambiente lavorativo ed i propri dipendenti, ad oggi non sono seguiti i fatti. Questo comportamento poco accorto, leggero, strafottente, al limite dell’irresponsabile non potrà essere più consentito dai nostri sindacati».
La notizia sullo stato di salute della giovane, già prima che venisse data dai giornali locali, aveva gettato nello sconforto i colleghi e creato una legittima preoccupazione.
«Con questo comunicato quindi si rende noto –proseguono le organizzazioni sindacali– agli spettabili responsabili delle sedi del call center Lombardia Contact srl di Paternò e Biancavilla, che se le azioni indicate nel “protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” , come oltre alla dislocazione dei lavoratori rispettando la distanza di sicurezza, la sanificazione dei locali, la misurazione della temperatura e l’attivazione dello Smart working nei limiti del possibile, ecc, non troveranno attuazione entro la giornata di Lunedì 16 Marzo, attiveremo i nostri RSA per proclamare lo stato d’agitazione e procederemo a formale denuncia presso le autorità competenti per inadempimento delle misure deliberate dal governo nazionale».
Da qui le conclusioni: «Il tempo della comprensione termina quando si scontra con la mancanza di senso di responsabilità nel rispettare le normative urgenti emanato dal governo. Noi in questo momento dobbiamo pensare solo a salvaguardare la sicurezza dei lavoratori, che, lo ricordiamo ancora una volta, stanno tenendo in piedi un servizio essenziale per la regione Lombardia e con pazienza abbiamo atteso altre i limiti consentiti dalla ragionevolezza dell’emergenza. Ribadiamo alla società la nostra disponibilità ad un incontro in video conferenza al fine di trovare soluzioni a maggior tutela dei lavoratori e a garanzia del mantenimento del servizio prestato. Con questo appello mi rivolgo anche alle autorità locali affinché facciano sentire la loro voce autorevole».
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Il capitano Cipolletta: «La mafia qui attecchisce, ma Biancavilla cambierà»
Il saluto del comandante dei carabinieri, trasferito a Brescia: lascia in eredità il blitz “Ultimo atto”
«Biancavilla rappresenta un territorio che soffre di alcune problematiche, legate al fenomeno mafioso. Un fenomeno che attecchisce laddove purtroppo c’è ancora diffidenza nei confronti delle istituzioni e del lavoro degli investigatori. Ma tutto questo passerà perché c’è voglia di cambiamento. C’è un rinnovato interesse per la cosa comune».
Il comandante dei carabinieri della compagnia di Paternò, capitano Gianmauro Cipolletta, parlando nell’aula consiliare di Biancavilla, non nasconde la cruda analisi di un territorio a vivacità mafiosa, ma lo fa, salutando la città con un accorato ottimismo.
A chiamarlo al palazzo comunale è stato il sindaco Antonio Bonanno per rendere omaggio ad un uomo dell’Arma che ha conseguito brillanti risultati nel nostro territorio e che ora, dopo quattro anni dal suo insediamento, è destinato al trasferimento a Brescia.
«È inutile negarlo – ha detto il capitano nel suo intervento, affiancato dal mar. Francesco De Giovanni, comandante della stazione di Biancavilla – questo è un territorio nel quale delle persone, solo perché hanno un determinato cognome e nome, si permettono ancora di entrare nelle attività commerciali e chiedere, senza nessun titolo, del denaro per niente. Lo fanno con la paura, la minaccia, le intimidazioni».
Ma la risposta dello Stato non è mancata. Il cap. Cipolletta ricorda il blitz “Ultimo atto”, che nel settembre 2023, ha falciato il riorganizzato clan di Biancavilla con a capo Pippo Mancari u pipi, figura che evoca antichi fasti criminali degli anni ’80. «Un’operazione importantissima, dal punto di vista prettamente tecnico-investigativo, che è servita a disarticolare il clan esistente», ha sottolineato il comandante.
La notte dell’«Ultimo atto»
Un centinaio di carabinieri – quella notte del 13 settembre 2023 – hanno bussato alla porta di casa di presunti mafiosi, trafficanti di droga ed estortori, mentre sui cieli di Biancavilla sorvolava un elicottero per monitorare le attività. A mettere le manette ai polsi al boss, nella sua abitazione di Spartiviale, ci ha pensato proprio il cap. Cipolletta.
La gestione monopolistica del trasporto merci su strada, il traffico di droga, l’imposizione del pizzo ad attività commerciali e imprenditoriali: sono i filoni dell’inchiesta che ha portato 19 persone sul banco degli imputati. In 13 hanno scelto il rito abbreviato (con udienza fissata il 24 settembre), altri sei seguiranno il rito ordinario con prima udienza dibattimentale l’1 ottobre.
«Sono convinto – ha ribadito il capitano – che le cose cambieranno. Stiamo lavorando bene, tutte le istituzioni stanno lavorando bene. Ognuno deve fare la propria parte, dall’operaio al professionista a chi ha incarichi pubblici. Sappiate che i carabinieri danno il massimo per il ruolo sociale che hanno».
Cipolletta lascia una Compagnia che ha eseguito indagini su ogni fronte e una stazione di Biancavilla che dimostra un rilevante impegno quotidiano, sotto la guida del maresciallo Francesco De Giovanni. Parole di gratitudine sono state espresse dal sindaco Antonio Bonanno: «Un saluto a un professionista di rara qualità e un ringraziamento per i 4 anni di intenso lavoro nel nostro territorio». Ringraziamenti da parte del presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Presenti anche rappresentati dell’associazione antiracket “Libera Impresa”, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e di alcune organizzazioni di volontariato di Biancavilla.
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