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Chiesa

Biancavilla, Messina e San Placido: «Riuniamo tutti i devoti d’Italia»

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di Giuseppe Gugliuzzo

È l’anniversario del ritrovamento (secondo la tradizione), a Messina, delle reliquie di San Placido e dei fratelli martiri. Solenne celebrazione, presieduta dall’abate dom Vittorio Rizzone, nella chiesa di San Giovanni di Malta della città dello Stretto.

A parteciparvi anche una folta rappresentanza del Circolo San Placido di Biancavilla con in testa il presidente Placido Lavenia. Tra i concelebranti, il prevosto della chiesa madre di Biancavilla, padre Pino Salerno.

Presenti pure una rappresentanza della comunità di Poggio Imperiale (in provincia di Foggia) e di Castel di Lucio (nel Messinese), che venerano il martire benedettino come loro patrono.

Per il gruppo di biancavillesi è stata una giornata intensa, dedicata anche alla visita dei luoghi simbolo legati al monaco, i cui resti sono stati ritrovati il 4 agosto del 1588. Il circolo biancavillese ha ricevuto uno speciale riconoscimento, attraverso il conferimento del titolo di “membro onorario” dell’arciconfraternita di San Placido di Messina «come segno di perenne gratitudine e stima».

La pergamena, consegnata al presidente Placido Lavenia, è firmata da Marco Grassi, commissario straordinario della congregazione religiosa e vice presidente del coordinamento diocesano delle confraternite, oltre che dal cappellano, mons. Angelo Oteri.

«In questo giorno ricordiamo il ritrovamento delle reliquie di San Placido e compagni martiri nel 1588. Dopo tanti anni –dice Grassi a Biancavilla Oggi– è ancora viva la devozione al martire benedettino, grazie anche alla presenza di tanti devoti provenienti da altre località dove San Placido è venerato come patrono. In particolare, con Biancavilla i rapporti di amicizia sono nati a partire dal 2015, in occasione dell’anno giubilare concesso da Papa Francesco, che ha visto per la prima volta la visita dell’urna reliquiaria del santo a Biancavilla. La nostra arciconfraternita –evidenzia ancora Grassi– ha il piacere di legare sempre più questi rapporti fraterni nel nome di San Placido. Tra gli obiettivi c’è quello di creare un coordinamento nazionale dei devoti di San Placido per far conoscere sempre più questa figura importante di santità messa da parte per troppo tempo».

Parole di soddisfazione anche da parte del presidente del circolo biancavillese. «Questo è il mio primo pellegrinaggio da presidente del circolo e per me –sottolinea Placido Lavenia– è motivo di grande gioia e gratitudine. Sento forte la responsabilità del gruppo che è molto attivo e operante in città, attraverso momenti culturali, religiosi e caritativi. In queste occasioni comprendiamo come la figura del nostro patrono sia apprezzata e valorizzata in diversi comuni della Sicilia e d’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Chiesa

Il francescanesimo e l’altruismo di Alfio Amato raccontati su “Padre Pio Tv”

Fra’ Massimo Corallo: «La sua storia corrisponde a quello che Papa Francesco considera il “santo della porta accanto”»

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La sua fede cattolica, la vocazione francescana vissuta laicamente, il suo impegno sociale accanto ai giovani, l’attività di volontariato per gli ammalati. Alfio Amato era un giovane di Biancavilla: è scomparso prematuramente nel 2019. I segni della sua esperienza, in ambito parrocchiale e in gruppi religiosi, sono ancora presenti.

“Padre Pio Tv”, emittente televisiva che trasmette da San Giovanni Rotondo, gli ha dedicato uno spazio, ripercorrendo la sua vita. A parlare di Alfio anche fra’ Massimo Corallo, che lo ha conosciuto nel 2007 a Biancavilla, in occasione di una missione francescana e che gli ha dedicato un concerto.

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Chiesa

Il “cuore” di San Camillo de Lellis accolto al monastero di Biancavilla

La badessa Chiara Aurora Sena: «Un modello di misericordia e di carità verso i sofferenti»

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La Chiesa del convento di “Santa Chiara” di Biancavilla ha accolto e venerato la reliquia del cuore di San Camillo de Lellis. Un evento particolare in quest’ anno che la Chiesa cattolica dedica al giubileo della speranza. La reliquia sta compiendo un pellegrinaggio per portare e rinnovare il messaggio del santo fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi.

A descrivere queste giornate è suor Chiara Aurora Sena, badessa del monastero di Biancavilla. «Accogliamo la reliquia – ci dice – in occasione dei 450 anni della conversione di San Camillo. Durante quest’anno la reliquia, per iniziativa dei padri camilliani, sta compiendo una “peregrinatio” in tutto il Sud Italia. Abbiamo pensato di fare coincidere gli esercizi spirituali, che ogni anno offriamo durante la quaresima, con questo evento di grazia. Possa essere un’occasione per incontrare un grande Santo che è modello di misericordia e di carità verso i sofferenti nel corpo e nello spirito. Da San Camillo prendiamo esempio per essere a nostra volta luce e consolazione per gli altri».

Diversi gli incontri con le varie realtà biancavillesi. Prima le catechesi tenute da fratel Carlo Mangione, superiore della provincia religiosa dei camilliani del sud Italia, e l’incontro con le seconde classi dell’Istituto comprensivo “Sturzo – Don Bosco”. E poi l’accoglienza della reliquia da parte dei degenti e degli operatori sanitari nei vari reparti dell’ospedale di Biancavilla, accompagnati dal cappellano fra Antonio Vitanza dei frati minori. Infine, l’incontro con gli ospiti della comunità “Cenacolo Cristo Re”, arricchito dai canti e dalle preghiere che gli ospiti stessi hanno preparato assieme agli operatori dell’Istituto.

«Il tempo della Quaresima – ha ribadito fratel Carlo – è un tempo di conversione che significa revisione della propria vita. Camillo ci accompagna in questo cammino con la virtù teologale della speranza, Camillo è stato un convertito, un RI-nato in Dio, ci dice che è possibile rinascere in Dio e questo è motivo di speranza per tutti… Viene da dire, Grazia su Grazia, e ad ognuno di noi il buon proposito di trarne i frutti».

Camillo, l’aristocratico “umanizzatore”

Camillo fu in gioventù un aristocratico pigro e arrogante, avviato alla carriera militare dal padre. Poi la conversione dopo aver vissuto il dramma della sofferenza. Un mutamento che fu un incontro trasformativo con la fede, in grado di cambiare radicalmente la sua vita, portandolo a servire i malati con compassione e dedizione. Trascorse, infatti, il resto della sua vita al servizio dei malati negli ospedali e lazzaretti di Roma. Per questo motivo è stato proclamato Patrono Universale del Mondo della Salute.

Nell’opera di Camillo de Lellis possiamo intravedere in anticipo quella che quattro secoli dopo verrà definita “umanizzazione delle cure mediche”. Chi si occupa di un ammalato non dovrebbe interessarsi solo all’aspetto clinico della malattia, al bisogno fisico, ma anche a quello psicologico interiore, per favorire la salute, il benessere olistico, complessivo della persona. Camillo, vissuto in un’epoca di forti pregiudizi sociali e religiosi, volle dare alla sua attività a favore dei sofferenti una impostazione libera e “laica” senza tenere conto del credo di chi gli stava davanti.

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