Fuori città
Una donna uccisa ogni 72 ore, riflessioni ed emozioni con Calypso


Ogni 72 ore, nel mondo, una donna muore sotto i colpi inferti da un marito, un compagno o addirittura da un padre. Di questo si è parlato all’Istituto scolastico “Dante Alighieri” di Catania, dove l’avv. Pilar Castiglia, presidente del Centro Antiviolenza Calypso di Biancavilla, Vera Squatrito e Giovanna Zizzo, socie onorarie dell’associazione e rispettivamente mamme di Giordana Di Stefano e Laura Russo, vittime di femminicidio, hanno incontrato gli studenti delle terze medie per portare avanti la loro opera di prevenzione contro la violenza sulle donne e sui minori.
L’incontro è stato caratterizzato da momenti di forte commozione, soprattutto quando sono stati trasmessi dei video che ricordano alcune donne uccise per mano del partner o del padre, tra le quali Giordana e Laura.
Accorato è stato l’intervento delle tre relatrici che hanno coinvolto i ragazzi in un dibattito vivace e coinvolgente che è stato esteso ai fenomeni del bullismo e dell’omofobia.
Esilarante è stato il momento in cui l’avv. Castiglia ha sollecitato un bambino a dare un bacio sulla guancia di un compagno, a dimostrazione che i ragazzi devono sentirsi liberi di mostrare il loro affetto senza avere il timore di essere scherniti o presi in giro, come purtroppo spesso accade.
Ci si è soffermati molto sulla violenza verbale e sull’utilizzo delle parole che, come diceva Giordana, sono “lame affilate che trafiggono l’anima”.
Giovanna Zizzo ha ricordato la sua bambina uccisa dal padre a soli 11 anni e ha raccontato che amava tantissimo i cavalli, che avrebbe voluto diventare veterinaria e che aveva il sogno di aprire un grande rifugio per i cagnolini randagi. Sogno crudelmente spezzato.
Vera Squatrito ha ricordato Giordana, la sua passione per la danza e il suo amore smisurato per la figlia, purtroppo, rimasta orfana di madre e con il padre in carcere, per essersi sporcato le mani di un orrendo delitto. A tal proposito si è affrontato anche l’argomento dell’inadeguatezza della legge rispetto alla posizione degli orfani di femminicidio.
Tante le domande dei ragazzi, tra le quali, una rivolta all’avv. Castiglia per sapere come si pone un avvocato rispetto alla difesa dei soggetti maltrattanti, un’altra per sapere come si calcola la pena da applicare nei casi di femminicidio e tante altre sulla dipendenza affettiva, sulle conseguenze che subiscono i bambini che assistono alla violenza domestica e sulla iniziativa della panchina rossa portata avanti con amore dalle sig.re Vera e Giovanna.
Presenti la dirigente scolastica e vari insegnanti, tra i quali, la prof.ssa Elena Brancati, che dichiara: «L’impegno della “Dante Alighieri” nel crescere cittadini consapevoli è quotidiano e gli incontri su tematiche d’attualità come il femminicidio (è il terzo che si svolge da noi) o il bullismo, vere emergenze sociali, fanno ormai parte della nostra missione educatrice. Da lunedì 11 a venerdì 15, inoltre, la “Dante Alighieri” ospiterà la mostra “Anche la cancellazione è violenza” del collettivo femminista catanese Rivoltapagina su cinquanta figure di donne di tutto il mondo dimenticate dai libri di testo ma che hanno contribuito alla nostra crescita culturale, artistica e politica».
Il Centro Calypso, che ha sede legale a Biancavilla, continua ad essere attivo oltre che nel sostegno che fornisce alle donne vittime di violenza anche nell’importantissima attività di prevenzione che svolge nelle scuole.
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Cultura
L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli
L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano


Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.
Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.
«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».
«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».
Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».
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