Fuori città
«Insieme oltre le barriere… mentali», incontro tra “Cenacolo” e Lions club


La Comunità terapeutica assistita “Cenacolo Cristo Re” di Biancavilla, unitamente al Lions Club di Trecastagni, hanno organizzato nella sede del comune pedemontano un incontro-confronto sul tema “Lo Sport abbatte le barriere… mentali – Racconto di un’esperienza condivisa”.
Dopo i saluti del presidente del Club ospitante, Eugenio De Luca, ha preso la parola Giosuè Greco, direttore generale dell’Opera Cenacolo, che ha elogiato la collaborazione, già da tempo avviata tra le due realtà associative, rivolta ad organizzare degli eventi sportivi non agonistici a favore dei disabili psichici.
A seguire, gli interventi del pedagogista Salvuccio Furnari, dell’educatore della Cta Filadelfio Grasso e della psichiatra Vera Trassari, che nelle loro relazioni hanno evidenziato, dai vari punti di vista specifici per ruolo e funzioni, i vantaggi dei percorsi riabilitativi e clinico-socio-pedagogici da parte degli utenti attraverso le pratiche sportive.
Toccanti sono state le testimonianze di alcuni utenti ospiti nella comunità residenziale, per l’occasione accompagnati da Daniele Greco, che hanno raccontato, emozionando i presenti, la loro partecipazione al torneo di calcetto a cinque “In campo… con un pizzico di follia!”, svolto a Biancavilla con il coinvolgimento di diverse strutture riabilitative del territorio etneo, organizzato dai Clubs della V circoscrizione del Lions International Distretto Sicilia.
Le conclusioni sono state sintetizzate da Salvo Giacona, past presidente del Consiglio dei Governatori che ha evidenziato la sinergia tra Lions ed Enti che operano a favore delle persone con difficoltà, rilevando il tema internazionale del Lions “We serve – Sport e integrazione”.
Nell’occasione, la Cta ha donato un pannello fotografico riepilogativo dei momenti salienti del torneo calcistico, ricevendo dal presidente il guidoncino del Club.
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Cultura
L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli
L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano


Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.
Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.
«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».
«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».
Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».
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