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Cronaca

In Appello inflitti 12 anni a La Delfa, Erba minacciato a fine udienza

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Confermata la sentenza di primo grado per il tentato omicidio dell’agosto 2016. Lo sparatore, mentre usciva dall’aula, si è rivolto ad Erba: «Ci vediamo dopo». Un gesto inequivocabile: aperto un nuovo procedimento.

 

di Vittorio Fiorenza

Per Marcello La Delfa arriva la sentenza della Corte d’appello di Catania: confermata la pena, inflittagli in primo grado, di 12 anni di carcere per tentato omicidio. L’uomo, mosso dalla gelosia per la moglie, nell’agosto 2016 sparò diversi colpi di pistola, all’angolo tra le vie San Zenone ed Etnea, in pieno centro storico a Biancavilla, nei confronti di Antonio Erba, salvatosi miracolosamente ma rimasto su una sedia a rotelle. C’era anche lui, accompagnato dalla mamma e da una cugina, ad assistere all’udienza tenutasi nella Prima sezione penale presieduta da Riccardo Pivetti.

L’imputato, accompagnato dalle guardie carcerarie, nel momento di uscire dall’aula, si sarebbe rivolto a colui che ha ritenuto (senza fondati motivi, ha sempre sottolineato la vittima) un rivale, rivolgendogli il gesto del dito indice che ruota, come dire “Ci vediamo dopo, ci parliamo dopo”.

Un gesto inequivocabile che il legale di Erba, l’avv. Maria Carmela Di Mattea, ha subito fatto presente al giudice Pivetti, presentando poi una denuncia per minacce presso la sezione di P.G. dei carabinieri ed aprendo così un nuovo procedimento. «Purtroppo La Delfa continua il suo atteggiamento, come se non avesse capito la gravità di cui si è reso responsabile, nei confronti di un ragazzo buono e perbene, che senza volerlo si è trovato in questa situazione», lamenta l’avv. Di Mattea.

La difesa di La Delfa, rappresentata dall’avv. Angelo Cassone, aveva presentato ricorso in appello per «chiedere –spiega il legale– la rimodulazione del reato da tentato omicidio a lesioni personali gravissime, perché secondo noi non c’era intento omicidiario, e poi l’esclusione della premeditazione». Richieste respinte dalla Corte. Così come, in precedenza, era stata respinta dalla Procura generale la richiesta della difesa di un concordato per una pena di 8 anni con la rinuncia dei motivi di appello (ad esclusione della premeditazione).

«Sul piano giudiziario siamo soddisfatti della sentenza, che conferma quella del Gup Pietro Currò. Va, però, considerato –evidenzia l’avv. Di Mattea– che Erba si sente abbandonato, ha ricevuto un danno permanete e non può avere alcun ristoro economico. Se avesse avuto un incidente, avrebbe ottenuto risarcimenti assicurativi o da altre fonti. Invece, in questo caso, oltre alla sofferenza fisica, deve pensare a mantenere se stesso pur essendo in quelle condizioni. Oltre al danno, la beffa».

L’INTERVISTA

Antonio sopravvissuto agli spari: «Vi racconto la mia nuova vita»

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Cronaca

Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione

Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

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Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.

Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).

L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.

Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.

Morbosità su WhatsApp e Messenger

La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.

Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.

Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.

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Cronaca

Pedone investito da un’auto nel viale Europa: trasferito in codice rosso

Il malcapitato trasportato all’ospedale “San Marco” di Catania, intervento dei vigili urbani

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Un pedone è stato investito all’incrocio tra via Montessori e viale Europa, a Biancavilla. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava attraversando la strada quando è stato colpito in pieno da un’auto in transito.

Sul posto, intervento del servizio del 118, il cui personale ha riscontrato ferite al volto e alla testa al malcapitato. Necessario, quindi, il suo trasferimento in codice rosso all’ospedale “San Marco” di Catania.

È toccato alla polizia municipale regolare il traffico e avviare i rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente.

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