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“Auto e sicurezza”, ovvero il ruolo di internet applicato all’automotive

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La connessione alla rete internet sta di fatto rivoluzionando la tecnologia applicata ad un numero sempre più ampio di settori. Dopo cellulari e tablet, l’auto sarà a breve il terzo dispositivo in linea di successione più connesso. L’Internet of Things sta entrando a pieno titolo nel settore automotive, promettendo di rivoluzionarlo.

Oggi grazie all’uso dello smartphone è facile localizzare i parcheggi, trovare il distributore di benzina più vicino oppure accedere a quelle che non a torto possiamo considerare alla stregua di vere e proprie banche dati per scegliere il ristorante dove andare a mangiare, il negozio dove fare acquisti e tanto altro ancora.

Una vettura connessa garantirà risparmio anche sulla polizza auto

Anche per l’auto la connessione sta rendendo possibile l’accesso diretto ed in tempo reale a tutta una serie di informazioni. Un’auto connessa consentirà alla compagnia assicurativa di verificare lo stile di guida, la condotta e le caratteristiche dell’assicurato per fornire una polizza cucita su misura, perfettamente in linea con le esigenze dell’assicurato.

Si tratta di soluzioni possibili grazie alla sistemazione a bordo di un dispositivo elettronico, anche se a breve sarà possibile ricevere ed inoltrare informazioni grazie a specifiche app, scaricate direttamente sullo smartphone.

Godere di assicurazioni auto personalizzate significa anche poter fruire di polizze meno dispendiose.

I costi troppo elevati delle assicurazioni auto spingono gli utenti a cercare soluzioni intelligenti come ad esempio attraverso il confronto offerto dai comparatori on line, per sottoscrivere l’assicurazione adeguata al minor costo. Un’opportunità da valutarsi attentamente, ad esempio sulle pagine web di Mioassicuratore Rc auto.

Auto connesse e sicurezza

Di sicurezza e connessione si è parlato diffusamente al CES di Las Vegas, la fiera dell’hi-tech più attesa di tutto l’anno. Grazie ai numeri resi noti in occasione dell’appuntamento fieristico è dato di sapere che sono sempre di più i modelli di auto connesse, meglio conosciute come connected car, poste in circolazione.

Il collegamento alla rete offre un’ampia serie di servizi di cui fruire, ma al contempo mette in evidenza l’elevato numero di rischi derivanti dalla connessione, per questo un intero segmento tecnologico viene dedicato all’aggiornamento costante delle strategie di controllo con sistemi di aggiornamento in tempo reale.

Al pari di altri sistemi quelli che permettono la guida autonoma delle vetture, e la disponibilità di tutta una serie di servizi, possono essere oggetto di hackeraggio informatico tale da procurare la compromissione dei comandi e l’assunzione totale del comando da remoto della vettura, bloccandone l’utilizzo.

A fronte d’un uso sempre più ampio degli smartphone, e delle connessioni per controllare la vettura, non mancherà la crescita di rischi potenziali di attacchi esterni, per questo è necessario dedicare più risorse alla protezione delle connected car.

Connected car: un fenomeno in aumento come certificano i numeri

In base ai dati contenuti nel World Connected Car Markets Report, dato alle stampe lo scorso aprile, sono salite a 37 milioni circa le auto connesse che risultavano in circolazione nel 2016.

In fatto di stime future il report stabilisce che nel 2025 le auto connesse in circolazione potrebbero arrivare addirittura a 300 milioni.

A far crescere sostanzialmente i numeri sono le funzionalità offerte dalla guida autonoma, l’interconnessione con i servizi proposti dagli smartphone e la connettività con tutta una serie di altri dispositivi collocati all’interno così come all’esterno della vettura.

Porsi alla guida sarà più sicuro e si potranno visualizzare informazioni utili anche se in movimento, grazie ad esempio a software di riconoscimento vocale, che consentiranno di procedere senza subire distrazioni mentre si è impegnati alla guida.

Se da un lato le case automobilistiche stanno lavorando alacremente alla messa a punto delle connected car, il futuro delle auto connesse dipende dal lavoro che le grandi aziende sapranno organizzare grazie alla collaborazione con realtà quali Google, Apple o Facebook.

(CONTRIBUTO ESTERNO)

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Sicilia, tra turismo e… tennis

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La Sicilia è sempre stata una delle mete preferite dai turisti per le vacanze. Il sole, il mare, le sue bellezze naturali, il grande patrimonio culturale sono tutti motivi per cui ogni anno la Regione viene presa d’assalto dai viaggiatori che la scelgono come destinazione per trascorrere qualche giorno di relax. Ogni parte dell’Isola ha le sue meraviglie da scoprire e non è difficile imbattersi in qualche visitatore anche in posti meno conosciuti e in periodi di bassa stagione.

Tuttavia, negli anni, la Sicilia è diventata nota anche per aver dato i natali a tanti sportivi di alto livello. Se si pensa al calcio, ci sono i vari Salvatore Schillaci e Giuseppe Furino, tra i migliori nel loro ruolo a suo tempo, con il primo che è arrivato anche ad un passo dal diventare campione del mondo con la Nazionale a Italia ’90.

Nel ciclismo, invece, c’è stato il grande Vincenzo Nibali, vincitore sia al Giro d’Italia che al Tour de France tra i tanti successi della sua carriera. Questi, insomma, soltanto per citare alcuni dei grandi nomi che hanno fatto esultare il popolo italiano in più di un’occasione.

Tra i vari sportivi che si sono presi i riflettori, però, ci sono anche alcuni tennisti e, in particolare, Marco Cecchinato, Salvatore Caruso e Gianluca Naso.

I migliori tennisti siciliani

Marco Cecchinato è di gran lunga il giocatore siciliano che ha ottenuto più risultati in carriera. Specialista della terra battuta, il classe ’92 nativo di Palermo è stato semifinalista al Roland Garros 2018 diventando così il terzo italiano nell’era Open ad aver centrato questo risultato. L’anno dopo si è issato addirittura al 16° posto del ranking mondiale, per un traguardo che forse neanche i più esperti di analisi delle statistiche legate alle scommesse e quote sul tennis si sarebbero mai aspettati essendo stato tagliato soltanto da otto azzurri prima di lui.

Il suo primo trofeo, invece, risale al 2013, quando si aggiudicò il Challenger di San Marino imponendosi in finale sull’attuale capitano della Nazionale di Coppa Davis Filippo Volandri. Il secondo arriva invece due anni dopo a Torino, dove nell’ultimo atto del torneo batté Kimmer Coppejans. Da quel momento in poi, è un’escalation continua, con il terzo titolo Challenger vinto a Milano contro Laslo Djere (attuale top 50 Atp), e il quarto conquistato a Roma l’anno dopo in finale contro Jozef Kovalik.

È l’inizio del suo percorso all’interno del tennis che conta che lo porterà poi, come detto, a giocarsi una storica semifinale al Roland Garros, dove venne sconfitto da Dominic Thiem. Per arrivarci, non solo eliminò giocatori importanti come Carreno Busta e David Goffin, ma si tolse anche il lusso di battere l’attuale numero uno del mondo e 24 volte campione Slam Novak Djokovic. Una partita epica per Ceck, così come viene chiamato dagli amici, e per tutta l’Italia, che da tempo non aveva un tennista che si spingeva così in avanti in uno Slam.

Purtroppo per il siciliano, quello rimarrà il miglior torneo della sua carriera, con la discesa in classifica che ebbe inizio già l’anno dopo nonostante la vittoria a Buenos Aires. Ciò che più gli è mancato da quel momento in poi, è stata la costanza di risultati, complice qualche acciacco di troppo che gli ha permesso di difendere i punti di alcuni tornei.

Un altro ottimo tennista siciliano è stato inoltre Salvatore Caruso, avolese classe ’92 che in carriera ha raggiunto la 76esima posizione nel ranking Atp come miglior piazzamento, mentre nel suo palmares ci sono due titoli del circuito maggiore. Tra i suoi migliori risultati ricordiamo la semifinale disputata a Umago nel 2019, il terzo turno al Roland Garros dello stesso anno e il terzo turno agli US Open della stagione seguente che ha contribuito a portarlo al 76° posto della classifica mondiale.

Oltre a loro, c’è stato poi Gianluca Naso, trapanese classe ’87 che prima di ritirarsi definitivamente dalle scene ha raggiunto un best ranking in 189esima posizione.

Le promesse della Sicilia

Mentre Cecchinato e Caruso si apprestano a disputare gli ultimi anni della sua carriera, altre due promesse del tennis siciliano stanno pian piano ritagliandosi uno spazio nel circuito maggiore femminile. Parliamo di Anastasia Abbagnato e Giorgia Pedone.

La prima è una palermitana classe 2003, nonché nipote della nota ballerina Eleonora Abbagnato. Ancora non ha ottenuto risultati importanti a livello Wta, ma sono in molti a scommettere su di lei in futuro. Stesso discorso anche per la Pedone, che a 19 anni si è portata intanto alla 276esima posizione del ranking mondiale oltre a vincere l’ITF di Santa Margherita di Pula nella stagione passata.

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