Connettiti con

Cronaca

Marijuana nella botola d’acqua, giovane 19enne finisce in manette

Pubblicato

il

Sequestrati dai carabinieri 31 dosi di droga ed anche una pistola semiautomatica a salve con relative munizioni. L’arma e una parte della sostanza stupefacente erano nascoste in una botola di via Gemma.

 

A fine luglio era stato arrestato il fratello, adesso anche lui è finito nella rete dei carabinieri. Stesso reato contestato: detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Manette ai polsi per Placido Galvagno, 19 anni.

Sono stati i militari a notare il giovane in via Gemma, mentre cedeva una bustina ad un occasionale “cliente”, prelevando le bustine da una botola per l’acqua ubicata sul manto stradale di quella via.

Immediatamente bloccato e perquisito il fermato è stato trovato in possesso di 20 grammi di marijuana, già suddivisa in 10 dosi pronte per lo smercio, e la somma in contante di 50 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Nella botola i carabinieri hanno rinvenuto pure una pistola semiautomatica a salve modello Bruni, con caricatore inserito con 15 colpi a salve, una confezione di 50 cartucce cal. 8 mm, sempre a salve ed ulteriori 17 grammi di marijuana, suddivisa in 21 dosi. La pistola, le cartucce e la droga sono stati sequestrati.

Inoltre l’acquirente, un giovane del luogo, è stato segnalato alla Prefettura.

L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato posto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo, come disposto dall’Autorità giudiziaria.

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

Pubblicato

il

Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti