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Strada “Scirfi” da sei mesi chiusa, danni aggravati da ultime piogge
di VITTORIO FIORENZA
La bomba d’acqua caduta a Biancavilla lo scorso settembre l’aveva letteralmente sventrata, spappolando l’asfalto e trascinando detriti, fino a renderla impraticabile (come mostra il video girato allora). Con le piogge degli ultimi giorni, la strada Scirfi (l’arteria che dalla zona “Fontana vecchia” scende a valle, verso la Provinciale che porta a Piano Rinazze) si presenta ulteriormente danneggiata.
Il percorso, da quasi sei mesi, resta chiuso alla viabilità. Sopralluoghi da parte dei tecnici del Dipartimento regionale di Protezione civile e dei colleghi del Comune di Biancavilla si sono avuti già a settembre e alcune settimane fa. Ma non c’è traccia ancora di un intervento concreto.
In un punto dell’arteria, c’è una porzione del manto stradale sollevata un metro. Buche, avvallamenti e cedimenti sono evidenti lungo decine di metri di tracciato. E poi detriti e cumuli di terriccio. Non mancano pure frantumi di manufatti in Eternit. La forte pendenza della strada e la ristrettezza della carreggiata avevano caricato il flusso d’acqua, al punto da risultare devastante. Il Comune attende dalla protezione civile i fondi necessari per cominciare i lavori di sistemazione.
Lo scorso anno era stata fatta una stima sulle risorse necessarie per ricreare il manto stradale, sistemare i muretti e rendere nuovamente sicura e percorribile la strada. Ma si tratta di una stima da aggiornare e rivedere.
«Si attende una stima direttamente dal dipartimento in ragione delle continue trasformazioni della strada per il maltempo e da qui, poi, stabilire le priorità di intervento», fa sapere l’ufficio stampa del Comune.
Nell’attesa, gli automobilisti (soprattutto agricoltori) devono optare per strade alternative. «Sembra una strada bombardata –dice un anziano diretto nella sua campagna– se non sarà sistemata con urgenza, i danni aumenteranno e i lavori ci costeranno di più».
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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità
Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari
Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.
È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.
Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.
Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?
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