Politica
Glorioso non ha i numeri, seduta consiliare revocata

Consiglio Comunale rinviato sulla trattazione del bilancio per un presunto errore di notifica. Una coincidenza o un colpo di mano per prendere tempo? Glorioso non ha una maggioranza. Lo scenario di un’eventuale bocciatura sta mandando la politica biancavillese in fibrillazione.
di Vittorio Fiorenza
L’amministrazione del sindaco Giuseppe Glorioso resta appesa ad un filo. Il Consiglio Comunale è chiamato a trattare il bilancio di previsione, ma il primo cittadino non ha i numeri. Una maggioranza non c’è. Il documento economico-contabile rischia, quindi, la bocciatura con la conseguenza di mettere fine anticipatamente all’esperienza politico-amministrativa.
C’è incertezza sull’interpretazione della normativa: in caso di voto contrario al bilancio, viene sciolta soltanto l’assemblea cittadina oppure vanno a casa pure sindaco ed assessori? Un interrogativo che riguarda pure altri comuni siciliani. In attesa che il Consiglio di Giustizia Amministrativa si pronunci sulla richiesta di chiarimenti inoltrata dal governo Crocetta, la politica biancavillese resta in grande fibrillazione, tra quanti euforicamente sperano in elezioni anticipate e chi, interessatamente, fa terrorismo su improbabili cancellazioni di servizi essenziali.
La mancanza di una maggioranza non è una novità. È da mesi che Glorioso non ha i numeri dalla sua parte. L’uscita o la cacciata (a seconda dei punti di vista) del gruppo misto (formato da Dino Furnari, Vincenzo Chisari, Grazia Ventura e Salvatore Giuffrida) per dissidi nati all’indomani dell’elezione del presidente Vincenzo Cantarella e del vice Giuseppe Salvà, ha messo Glorioso sotto scacco.
Due settimane fa sembrava raggiunto un accordo, che prevedeva, secondo le indiscrezioni, l’ingresso in Giunta di Chisari. Le dimissioni dell’assessore Rosanna Neri di “Volare per Biancavilla” («Un favore politico per agevolare il sindaco»), sembravano un passaggio per arrivare alla nuova nomina. Ma qualcosa è cambiato. Il gruppo misto ha ribadito vecchie posizioni, chiedendo a Glorioso di azzerare la Giunta e farne una di soli tecnici.
In queste ultime ore si sono moltiplicati incontri, pressioni, telefonate di emissari e deputati regionali. Ma le posizioni restano inconciliabili. In aula, Glorioso può contare al momento su 10 consiglieri su 20. Non bastano. E la consigliera Elvira Rapisarda, per impegni familiari, è partita stamattina per Formentera.
La seduta sul bilancio, prevista per stasera, è stata revocata dal presidente Cantarella, a causa di un presunto errore di notifica, proprio alla Rapisarda. Una coincidenza? Dall’opposizione, l’azione viene vista come un possibile colpo di mano per prendere tempo. E c’è chi pensa di rivolgersi ai carabinieri, in quella che appare come la stagione più buia della politica biancavillese.
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Istituzioni
Luigi D’Asero lascia la presidenza e il Consiglio: è il turno di Portale e Stissi
L’esponente del Movimento per l’Autonomia conclude un ciclo politico: «Accordi di maggioranza»

Luigi D’Asero si dimetterà a giorni da presidente del Consiglio Comunale di Biancavilla e anche dalla carica di consigliere.
Lo ha annunciato lui stesso nel corso di una conferenza stampa, motivando la scelta come un passaggio politico concordato con la coalizione di maggioranza e con il proprio gruppo politico, il Movimento per l’Autonomia.
Nello scranno più alto dell’assemblea cittadina andrà ora, secondo gli accordi, Fabrizio Portale. Per la carica di consigliere, D’Asero sarà sostituito dal primo dei non eletti del Mpa, Giuseppe Stissi.
Per l’occasione, davanti anche ad esponenti politici e assessori, D’Asero ha tracciato un bilancio dell’attività svolta: 60 delibere all’anno, quelle del Consiglio Comunale. Sicurezza urbana, salute pubblica, stesura dei regolamenti, adesione all’Unione dei Comuni: alcuni dei punti citati dal presidente uscente.
Quasi vent’anni di esperienza politico-istituzionale hanno consentito a D’Asero di ricoprire i ruoli di consigliere ma anche di assessore. «Con la mia presidenza si chiude un ciclo, le mie dimissioni nascono da accordi politici di maggioranza e impegni nei confronti delle forze che la compongono. Scelte concordate all’inizio della consiliatura», ha detto D’Asero, a tratti visibilmente commosso.
«Spesso la figura del presidente viene percepita in secondo piano, rispetto a quella di assessore, ma – ha specificato – non è affatto così e io ho avuto l’onore di ricoprirla in chiave “istituzionale”». In questo senso, D’Asero ha sottolineato il supporto dato all’unica componente di minoranza. Un supporto con una “firma di garanzia” che ha consentito all’esponente del Pd di presentare atti che, altrimenti, con una sola firma, per regolamento, non avrebbero potuto raggiungere l’ordine del giorno.
Un’ultima riflessione D’Asero l’ha voluta fare sulla distanza dei cittadini dal Palazzo. «Il contatto politico si è perso, c’è sfiducia da parte dei cittadini», ha detto, auspicando «una loro partecipazione attiva con un confronto diretto».
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Politica
Gli astenuti affossano i referendum: il 79% dei biancavillesi è rimasto a casa
I cittadini che si sono recati ai seggi elettorali sono stati appena 3686 su 18.151 aventi diritto

QUESITI | SI | NO |
Licenziamenti illegittimi | 94,58% | 5,42% |
Lavoratori piccole imprese | 94,05% | 5,95% |
Lavoro precario | 94,08% | 5,92% |
Sicurezza sul lavoro | 91,12% | 8,88% |
Cittadinanza italiana | 65,68% | 32,32% |
Fonte: Comune di Biancavilla
Quorum non raggiunto: referendum non validi. La consultazione, nelle due giornate di domenica e lunedì, è stata affossata dal forte astensionismo. Per quanto riguarda Biancavilla, il dato ha raggiunto la vetta del 78,78%.
Soltanto 3686 biancavillesi (1755 maschi e 1931 femmine) si sono recati alle urne. Su un totale di 18.151 aventi diritto, l’affluenza si è fermata quindi al 21,22%. Biancavilla ha fatto registrare, peraltro, un astensionismo più marcato rispetto al dato regionale e a quello nazionale.
I cinque quesiti referendari, come si vede dalla tabella in alto, riguardavano i diritti dei lavoratori e la cittadinanza per gli stranieri. Tematiche fondamentali, eppure il quorum è rimasto lontano.
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