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Cronaca

Rapina al bar con pistola giocattolo, arrestato biancavillese di 48 anni

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Colpo da 500 euro nel locale affianco all’Unicredit di via Vittorio Emanuele. Prospero Leanza era già sottoposto ai “domiciliari” per rapina ai danni di suoi vicini di casa.

 

di Vittorio Fiorenza

È entrato nel bar affianco all’Unicredit, nel centro storico di Biancavilla, e con volto coperto da passamontagna e sotto la minaccia di una pistola (soltanto dopo si scoprirà essere un giocattolo) si è fatto consegnare 500 euro per poi fuggire via.

Ma nel giro di pochi minuti, i carabinieri lo hanno identificato ed arrestato: si tratta di Prospero Leanza, biancavillese di 48 anni, che doveva trovarsi ai “domiciliari” per precedenti reati. L’uomo, infatti, lo scorso anno era stato già arrestato con l’accusa di rapina e aggressione ai danni di anziani vicini di casa.

prospero-leanza

Prospero Leanza

Ieri, manomettendo il braccialetto elettronico che era obbligato ad indossare, si è allontanato dalla sua abitazione per compiere la rapina.

«Io ero appena entrato al bar e chiesto un caffè –racconta a Biancavilla Oggi il ragazzo che al momento del fatto si trovava nel locale– quando ho visto entrare un uomo con il volto coperto mentre impugnava un’arma. Ha chiesto chi fosse il titolare del bar. Ha cominciato a buttare in aria oggetti e le bustine di zucchero che erano sul bancone. Poi ha preso i soldi e se ne è andato».

Una telefonata al 112 e sul posto arriva una pattuglia dei carabinieri della stazione di Biancavilla. Ai militari è bastato visionare i filmati delle telecamere a circuito chiuso, per concentrare i sospetti sul 48enne già a loro noto.

Da qui, è scattata la perquisizione dell’abitazione dell’uomo, dove i militari hanno trovato il denaro rubato, la pistola (risultata giocattolo, ma priva del tappo rosso), gli abiti indossati durante la rapina. Trovato pure il braccialetto elettronico, che era stato manomesso.

Leanza è stato quindi ammanettato e, con le accuse di rapina aggravata ed evasione dai domiciliari, è stato trasferito al carcere di piazza Lanza, a Catania.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro

Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»

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© Foto Biancavilla Oggi

Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.

Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.

La causa civile al Tribunale di Catania

Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.

Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.

Aperta la strada dell’indennizzo una tantum

Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.

«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.

«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».

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