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Quelli che non volevano poltrone ora hanno Chisari come assessore

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Nomina e giuramento di Vincenzo Chisari

Vincenzo Chisari è il nuovo assessore della Giunta Glorioso. Nomina e giuramento sono avvenuti in maniera contestuale. A Chisari, che sostituisce Marzia Merlo, dimessasi nei giorni scorsi, sono state assegnate le stesse deleghe della Merlo: Lavori pubblici, Sport, Politiche giovanili, Protezione Civile, Politiche del lavoro, Associazionismo.

Con l’ingresso in amministrazione di Chisari, che resta anche consigliere comunale, viene sancita la riappacificazione del gruppo misto (formato anche da Grazia Ventura, Dino Furnari e Salvatore Giuffrida). Gruppo che da tempo aveva assunto una posizione di rigore nei confronti del sindaco, fino a bersagliarlo con epiteti qui improponibili.

A Glorioso era stato chiesto l’azzeramento della Giunta e la formazione di un Esecutivo tecnico. Al presidente del Consiglio Comunale erano state chieste le dimissioni. Nessuna richiesta ha avuto seguito e, in più, i quattro hanno sempre sostenuto di non essere interessati ad alcuna poltrona. Adesso la poltrona c’è ed è quella di assessore. Cosa abbia fatto indietreggiare il gruppo misto fino a rimangiarsi tutto ciò che aveva detto non è dato saperlo.

Certo è che la realpolitik ha tirato il freno a mano e azionato la marcia indietro. Per le dichiarazioni che i due fronti si sono scambiati, le modalità della frattura e quelle dell’intesa ricucitrice, un passaggio istituzionale così non era mai avvenuto nella storia politica degli ultimi vent’anni.

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2 Commenti

2 Commenti

  1. santino

    21 Dicembre 2016 at 17:16

    Tralasciando “Quelli che non volevano poltrone ora hanno il loro assessore” dunque la loro poltrona, ma nessuno ritiene vomitevole la pessima prassi che chi viene nominato assessore resta comunque anche consigliere comunale?Dico io “mangiare doppio” è corretto…capisco che nessuna legge lo vieti…ma con quale faccia?a quale prezzo?è solo un’offesa verso i cittadini e nulla di più…

  2. Cassandra

    19 Dicembre 2016 at 20:58

    Che schifo . Dove è’ il grande partito di Berlinguer.? Il sig. Sindaco si prepara alle elezioni regionali. Ma a biancavilla ti hanno conosciuto tutti: ipocrita, scarso, non rappresenti nessuno , lo vedrai alle prime elezioni. Né meno nella prima repubblica, da voi molto abbaiata sarebbe successo questo. Sindaco vai a lavorare in un posto a tempo indeterminato senza aver vinto nessun concorso

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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