Detto tra blog
Mala-movida, i politici riflettano sul degrado (ma senza manifesti elettorali)
Vandalismo, malcostume e inciviltà sono rappresentazioni quasi quotidiane subite in modo inerme





La buona azione compiuta dal giovane che, nei luoghi della movida di Biancavilla, ha trovato e restituito una banconota di 50 euro dovrebbe rappresentare la normalità. Il punto è proprio questo. Una piccola, buona aziona che fa notizia deve indurci a riflettere su quanto desiderio e quanta ricercatezza ci siano nelle buone norme e nel culto dell’onestà. In un mare di assurdità, la piccola azione benevola diventa il salvagente a cui tutti noi vorremmo aggrapparci.
Riguardo la movida, quando le lamentele sono tante e arrivano da più fronti, è molto più facile etichettarle come solite “litanie”. Quasi fossero il risultato di un fenomeno populista, termine che oggi viene quasi sempre stigmatizzato. Si menziona il “luogo comune” o “l’indignazione a convenienza”, rivolti a politici di qualsiasi schieramento o comuni cittadini. E poi, sui social, c’è chi accusa che è molto più facile denunciare il marcio che elogiare il buono.
Tutte ragioni comprensibili se non fosse che le lamentele, o litanie, non sono frutto di ragioni campate per aria né una visuale volta a critiche verso una precisa amministrazione. Sono invece rappresentazioni, quasi quotidiane, di atti di vandalismo e fenomeni di malcostume e inciviltà ai danni degli abitanti. Un fenomeno quasi tralasciabile per chi ha case di villeggiatura. In questo contesto verrebbe da battezzarla la “mala-movida”.
Viene in mente Giorgio Bocca
L’altra notte sono stato svegliato da un anonimo individuo che strombazzava con l’auto per le vie principali, con musica ad alto volume, dai gusti alquanto discutibili, e noncurante dell’orologio che segnava le 2 di notte circa. Lì per lì, mi veniva in mente una frase di Giorgio Bocca, tratta da un articolo de La Repubblica: «L’ arroganza e la disinvoltura del personaggio sarebbero meno temibili, meno preoccupanti se in questo nostro paese, per nulla immaginario, non si andasse diffondendo la morale della immoralità, la regola della non regola, la giustizia della anarchia».
È chiaro che non bisogna fare di tutta un’erba un fascio e che il concetto di movida non è sinonimo di inciviltà. Lo è l’azione malevola che si svolge durante le ore serali che, guarda caso, coincide con la movida del nostro paese. Movida è divertimento, gioia, socialità e momento di svago. Nel pieno rispetto delle regole e della buona vivibilità nel contesto cittadino.
Quello di cui abbiamo bisogno è comune consapevolezza del degrado che ci circonda. Una consapevolezza non è per nulla scontata, quando il degrado diventa parte integrante della normalizzazione.
Abbiamo bisogno di educazione civica e che le parti politiche riflettano su questi aspetti. Non per i manifesti delle campagne elettorali che si avvicenderanno da qui al prossimo anno. Ma per un lavoro che miri quantomeno a tentativi di cambio di marcia, per rendere più fruibile a tutti la movida serale e dare serenità a chi attualmente la subisce inerme.
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Detto tra blog
Se anche a Biancavilla l’Etna è ritenuta femmina ci sarà pure un motivo?
Ho affiancato tante donne che guardano il futuro con occhi pieni di luce, grande grinta e passione





Che le donne in cantiere siano rare, ok, lo abbiamo capito. Ma questa volta non voglio più sottolineare il maschilismo e la disparità nel mio settore, perché sarei ripetitiva. Il tempo mi ha fatto maturare altre prospettive e altre riflessioni durante questo meraviglioso percorso nel mio straordinario paese: sì, straordinario!
Siamo abituati a trovare solo i difetti del nostro piccolo centro, che sicuramente ci sono, per carità. Ma girando tutto il giorno per le vie e molte case di Biancavilla, vedo solo “bellezza”. Non la bellezza che immaginate voi. Io incontro bellezza di anime tutte al femminile!
Vorrei elencarle ad una ad una le grandi Donne che ho affiancato nei loro sogni, nelle loro imprese e nelle loro lotte. Donne che guardano il futuro con gli occhi pieni di luce, con grande grinta, passione, senza mai tirarsi indietro alle sfide della vita.
Ho affiancato donne che hanno deciso di uscire fuori, allo scoperto, perché orgogliose del loro successo. Donne fuori dall’ordinario che hanno messo tutte se stesse per vedere realizzati i loro sogni. Donne che sfidano i luoghi comuni non per spiccare, ma per sbocciare. Colleghe, Collaboratrici, Amiche, Clienti… Tutte Donne con una marcia in più, piene di voglia di fare, di iniziative e di grande cuore verso gli altri.
Una cosa è certa, nessuna di loro sta a casa a fare “la maglia”, le cosiddette “casalinghe” sono un miracolo della natura…non solo con grande amore donano tutte se stesse per i loro cari, ma a volte vanno oltre e si occupano anche di realtà molto delicate e complesse del nostro comprensorio dedicando il loro tempo libero al prossimo.
Le chiamo le Super Donne di Biancavilla: designer, imprenditrici, artiste, avvocatesse, lettrici e scrittrici, madri, architette e – perché no? – “influencer”, dottoresse, ingegneri, commercianti, manager, insegnanti… Sì, esistono tutte queste donne a Biancavilla: sono loro che portano a Biancavilla la vera magia e sono sicura che saranno loro a cambiare questo nostro paese ma, a volte, siamo troppo ciechi per vederlo e troppo ottusi per capirlo.
Questa vera e fondata realtà è poco visibile. E poco se ne parla… perché, citando ancora una volta il mio grande saggio in cantiere, “le donne devono stare a casa”! Quindi, qualsiasi traguardo femminile è visto come deleterio per una società “patriarcale”. Se poi non hai figli… Ahhh, apriti cielo! Servi a poco o quasi a niente!
Ma ci sarà un motivo perché la nostra amata Etna è donna, no? L’importante è non farla arrabbiare! Gli uomini di Biancavilla? Simpatici. Lavorano.
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