Cronaca
Obbligato ai “domiciliari” per rissa, detenzione e spaccio di stupefacenti
Cumulo di pena per un biancavillese, accusato di reati commessi tra il 2012 e il 2017 a Piazza Armerina

Arrestato dai carabinieri perché deve scontare un cumulo di pena. È stato posto ai “domiciliari”. Si tratta del 31enne biancavillese Simone Scimonelli, che deve scontare 1 anno, 9 mesi e 14 giorni di reclusione.
I reati che ha commesso, a Piazza Armerina, tra il 2012 e il 2017, riguardano la rissa e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Sono stati i carabinieri della Stazione di Biancavilla, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, ad effettuare l’arresto. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Cronaca
La droga e un “pizzino” a casa del figlio di un esponente del clan di Biancavilla
Arrestato dai carabinieri un 41enne, già indagato a piede libero nell’inchiesta “Ultimo atto”

Il suo nome figura già tra gli indagati a piede libero del blitz “Ultimo atto” (traffico di sostanze stupefacenti è il reato contestatogli) ed è figlio di uno degli esponenti storici del clan mafioso Toscano – Mazzaglia – Tomasello. Adesso, i carabinieri di Biancavilla lo hanno arrestato per detenzione di marijuana nella sua abitazione.
Il blitz è scattato nell’abitazione dell’uomo, un 41enne, con l’ausilio del Nucleo cinofili. È stato King, il cane antidroga, a fiutare la sostanza stupefacente, nascosta in una cassettiera, in cucina.
I militari, qui, hanno trovato una busta sottovuoto trasparente piuttosto capiente, contenente diverse decine di grammi di marijuana. Sulla parte alta della stessa cassettiera, invece, trovato un bicchiere di plastica, al cui interno erano presenti 135 euro in banconote di diverso taglio, oltre a diverse monete, ritenute provento di attività illecita.
La perquisizione ha consentito di notare pure, nel comodino della camera da letto, un “pizzino” con nomi e numeri, adesso al vaglio dei militari perché si suppone sia un resoconto dello spaccio. Un “promemoria” che costituisce il tassello conclusivo grazie al quale i militari hanno ricostruito l’attività illegale messa in piedi dal 41enne.
Per lui sono scattate le manette. La marijuana sequestrata verrà sottoposta ad analisi di laboratorio, in modo da capire il tasso di tetraidrocannabinolo contenuto.
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