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Alunno positivo al virus, in quarantena una classe della “Antonio Bruno”
Provvedimento di routine applicato all’Istituto comprensivo per arginare la diffusione Covid


Un alunno è risultato positivo al virus e la sua classe è finita in quarantena. Un atto di prevenzione, come da protocollo. È successo all’Istituto comprensivo “Antonio Bruno”.
Il provvedimento è stato adottato a pochi giorni dalla riapertura delle scuole a Biancavilla (quelle fino alla prima media), dopo lo stop imposto con ordinanza dal presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.
La tempistica con cui è emersa l’infezione all’alunno, quindi, lascia ampiamente supporre che il contagio sia avvenuto prima del nuovo avvio dell’attività didattica in presenza.
Ad ogni modo è stato applicato un protocollo ormai noto e sperimentato fin da settembre nelle scuole biancavillesi. Scuole che periodicamente si sono ritrovate con alunni contagiati e con la necessità di isolare compagni di classe ed insegnanti, nel tentativo di arginare la diffusione del virus.
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A Biancavilla prevista una “casa di comunità” tra le 29 che realizzerà l’Asp
Rappresentano il fulcro della nuova rete territoriale che fornirà un’assistenza sanitaria 24 ore su 24


La Direzione strategica dell’ASP di Catania ha approvato, in linea tecnica e in linea amministrativa, i progetti di fattibilità tecnico-economica di 29 Case di Comunità e di 10 Ospedali di Comunità. L’importo complessivo degli interventi è di poco inferiore a 71 milioni di euro, di cui 66 milioni circa da finanziamento Pnrr e 5 milioni da bilancio aziendale. Una delle case di comunità è prevista a Biancavilla.
Le Case di Comunità sono il fulcro della nuova rete territoriale al quale il cittadino può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. In tali strutture, i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore su 24, ogni giorno della settimana, con un’ampia offerta.
I servizi riguardano: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e comunità, altri professionisti sanitari, supportati da adeguata strumentazione tecnologica e diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc.).
Le Case di Comunità si distinguono in Hub e Spoke, alla luce delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio, al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali.
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