Cronaca
Fiamme Gialle in piazza Roma per controlli antidroga e misure Covid
Posti di blocco della Guardia di finanza in diversi paesi della provincia, tra cui Biancavilla


Guardia di finanza in azione anche a Biancavilla sia per i controlli anti-Covid che per attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. Militari e mezzi delle Fiamme Gialle hanno effettuato posti di blocco nella centralissima piazza Roma e in altre zone del paese. Servizi che sono stati ripetuti diverse città della provincia di Catania.
I Reparti del Corpo, ognuno nel proprio territorio di competenza, hanno effettuato servizi finalizzati all’attenzione per la salute e la sicurezza pubblica.
In particolare, le pattuglie dei Finanzieri si sono dislocate nei principali snodi stradali della Provincia per intercettare gli eventuali spostamenti di persone verso i comuni limitrofi e soprattutto gli spostamenti non autorizzati nelle ore notturne dalle ore 22.00 alle ore 05.00.
In diverse circostanze le persone controllate hanno addotto futili o falsi motivi, cioè si spostavano senza comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o di urgenza ovvero per motivi di salute o per fare rientro presso il proprio domicilio o residenza violando il DPCM del 14.01.2021.
L’impiego di 16 pattuglie delle Fiamme Gialle nel solo fine settimana scorso ha consentito di sottoporre a controllo 94 persone e 65 veicoli, nonché 10 esercizi commerciali. Sono stati sanzionati 10 soggetti per varie violazioni inerenti al fenomeno pandemico, quali il mancato uso della mascherina, il divieto di uscire dal proprio comune di residenza senza valide giustificazioni o nelle ore notturne.
«L’obiettivo dell’azione svolta dalla Guardia di Finanza e, più in generale dalle Forze dell’Ordine, è quello di accelerare –viene evidenziato in una nota stampa– l’uscita da questo stato di restrizione collettiva ed evitare che i tempi di emergenza si allunghino a causa dell’ulteriore diffusione dei contagi. In tal senso, è fondamentale che i cittadini pongano la massima attenzione nel seguire le prescrizioni emanate dalle competenti autorità nazionali o locali, innanzitutto per ridurre i rischi per la propria persona e la comunità, oltre che per non incorrere nelle eventuali relative sanzioni».
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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