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Gli arresti per estorsione a due imprenditori, il capitano Accardo: «Bisogna denunciare»

Ai microfoni della Tgr Sicilia Rai parla il comandante della compagnia dei carabinieri di Paternò

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«Bisogna denunciare, i carabinieri garantiscono sempre un servizio di prossimità per il cittadino, attraverso le stazioni siamo presenti in tutto il territorio. Il nostro consiglio è quello di denunciare».

A parlare, ai microfoni della Tgr Sicilia della Rai, è il capitano Angelo Accardo, comandante della Compagnia dei carabinieri di Paternò, dopo l’arresto di tre adraniti accusati di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso ai danni di due imprenditori agricoli di Biancavilla.

Si tratta di Giuseppe Calcagno, 44enne, e dei fratelli Carmelo e Salvatore Scafidi, di 51 e 45 anni. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.

►GUARDA IL VIDEO

(Tgr Sicilia - Rai)

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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