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Detto tra blog

Bollette della spazzatura per le Vigne: il silenzio non paga (il cittadino sì)

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© Foto Biancavilla Oggi

Desidero commentare una vicenda che, come altre avvenute in passato, mi dà la percezione di suscitare solo lamentela fine a se stessa e rassegnazione, se non addirittura indifferenza, da parte dell’opinione pubblica biancavillese. Mi riferisco all’invio da parte dell’Amministrazione Comunale degli “avvisi di accertamento per omessa denuncia” in materia Tares 2013 su immobili ubicati in “zona non servita”.

Premetto che la mia non è un’accusa o critica ad personam verso qualcuno in particolare (sindaci, assessori, consiglieri, funzionari comunali…), ci mancherebbe, ma è una critica ai “metodi” utilizzati per acquisire risorse finanziarie gestite in maniera superficiale e approssimativa negli anni passati. Metodi che considero poco rispettosi per i cittadini.

Nel 2013 entra in vigore la Tares e il Comune invia le comunicazioni per i dovuti pagamenti relativi agli immobili siti in Biancavilla ma non per quelli relativi alle “zone non servite” (ben note e conosciute da decenni e decenni). Allo scadere del 5° anno, cioè fine 2018 (per evitare la prescrizione, credo), arrivano gli avvisi di pagamento con aggiunte penali e interessi.

E cosa succede? Non mi sembra ci sia una rimostranza pubblica, critica, proficua, che indichi all’Amministrazione un comportamento esclusivamente burocratico e carente di quel rapporto fiduciario con i cittadini, che dovrebbe essere ispiratore di qualsiasi organo di gestione della Cosa Pubblica.

“Caro cittadino abbiamo riscontrato irregolarità di 5anni fa e quindi devi pagare”. Punto. Questo il senso che gli attribuisco per sintetizzare. Nessun dibattito, nessuna comunicazione su ciò che stava per avvenire, nessuna notizia. “Paga e basta, perché non hai dichiarato…” (e su questo ho fortissimi dubbi, ma è una mia convinzione personale, pronto a confrontarla, e non escludo che mi possa sbagliare).

In riferimento, invece, ai compaesani, rilevo ancora una volta la mancanza di senso di comunità (terremoto a parte, forse), di unire idee, proposte, coinvolgimento, per essere parte attiva degli accadimenti che ci toccano. Auspicherei una sorta di “osservatorio dei cittadini” che controllino l’operato dell’Amministrazione con spirito positivo e propositivo e rigoroso allo stesso tempo, per non dover accettare passivamente e con cieca obbedienza ogni decisione che, seppur guidata da norme e regolamenti (!?), ci sbattono in faccia con cruda realtà derivante da inefficienza e scarsa capacità gestionale; con una mancanza di comunicazione istituzionale che non si fermi alle quattro mura dell’Aula Consiliare.

Il tributo sarà pagato, il Comune incasserà ma resterà, almeno per il sottoscritto, il dubbio che il tutto sia stato completamente lecito, nonostante mi si dica “dovevi dichiarare…). E ripeto, 5 anni dopo.

Non ho la pretesa né la speranza che qualcuno commenti in questa sede o nei social. Ci tenevo ad affermare che la vita sociale di un paese riguarda tutti, nessuno escluso. Ma con fatti.

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4 Comments

4 Comments

  1. Giuseppe

    21 Gennaio 2019 at 21:40

    Egregio Gianfranco, hai centrato il termine : “potere burocratico” ; che esprime appieno anche il concetto . La burocrazia in fondo è anche uno strumento di sottomissione. Il burocrate, facendosi scudo con le norme dello Stato, che peraltro conosce approssimativamente, esercita un potete sul più debole, su chi non è a conoscenza delle notizie, dei regolamenti, di cosa deve dare e cosa ricevere. E poiché è anche convinto che il cittadino è anche un “ladro ” visto che non paga le tasse, trova una giustificazione nel proprio operare. Ma un vecchietto che ho frequentato per un certo tempo sosteneva che è vero che il popolo italiano è “ladro” ma lo è perché anche il governo è “ladro”. Ed è in questa battaglia a chi è più bravo a fare il ladro” che si è affossata l’Italia. Tuttavia concludeva che se un padre di famiglia avrebbe voluto educate i propri figli all’onestà, il primo esempio di onestà avrebbe dovuto darlo lui. Un saluto.

  2. gianfranco galvagno

    21 Gennaio 2019 at 19:02

    Egregio Giuseppe, in effetti il mio intento è quello di far emergere la rassegnazione e “il subire” scelte e decisioni che hanno origine da una pessima e incerta gestione della Cosa pubblica Biancavillese. Non ho ipotizzato di non pagare il servizio, che peraltro negli avvisi di accertamento è stato correttamente contabilizzato al 40% per “zona non servita”, quanto “il modo di operare”, l’utilizzo del potere burocratico e irriguardoso verso il cittadino.
    Sulla omessa dichiarazione ci sarebbe da disquisire, ma poiché il singolo non ha la forza e i mezzi necessari a contrapporsi, ecco che quel potere ne approfitta: “chi vuoi che faccia ricorso”? E anche se fosse, quanto tempo e energia ci vorrà?
    La Tari(ex Tares) è corretto pagarla ma non a calci nel sedere; questo è ciò che ha prospettato l’Amministrazione, e non è importante se quella di prima o quella di adesso. È quella che dovrebbe essere il riferimento delle Persone che la sostengono: i cittadini.

  3. Salvatore

    21 Gennaio 2019 at 11:53

    Hai perfettamente ragione,
    Aspetto solamente che il comune mi invii la bolletta, dopo agirò di conseguenza.
    Non ho mai visto un mezzo della nettezza urbana dalle mie parti!!!!! Nessun servizio, strade scassate, illuminazione mancante, ecc. ecc.
    Porto regolarmente la mia spazzatura all’isola ecologica, perfettamente selezionata e oni tanto i vigili urbani hanno il coraggio di contestarmi la consegna dell’indifferenziata. L’amministrazione dovrebbe prima risolvere il problema del ritiro e dopo chiedere ed obbligare il cittadino al pagamento.
    NO SERVIZIO – NO PAGAMENTO

    Buona giornata

    S.L.T.

  4. giuseppe

    20 Gennaio 2019 at 19:00

    Il dubbio dell’articolista Galvagno è identico al mio ma di tre anni fa, quando mi sono pervenute le bollette TIA, E TARSU relativamente alle annualità dal 2010 al 2015. Tutto compreso, tassa, interessi e sanzioni per ” …..omessa e/o infedele dichiarazione”. Importo totale per 5 annualità € 2.518,00 (diconsi euro duemilacinquecentodiciotto). Ora, si può prescindere dalla erronea valutazione degli immobili oggetto di tassa allora eseguita (2 immobili anziché 1), ma non si può prescindere dalle mancate riduzioni di legge spettanti, stante che nella zona servita si effettua un servizio stagionale, ed altresì dalle sanzioni per mancata dichiarazione. Il servizio di raccolta rifiuti in zona vigne è iniziato nell’anno 2012. Per chi è proprietario prima di quella data nulla cambia, nessuna variazione della titolarità della proprietà è avvenuta. A mio avviso, poichè la TARI (prima TIA, TARSU, e TARES) non è soggetta ad autotassazione, sarebbe stato compito del Comune predisporre gli avvisi di pagamento ed inviarli già nel 2013. Il proprietario o titolare di uso a qualsiasi titolo dell’immobile è obbligato alla dichiarazione solamente qualora si verifichi un cambiamento in capo alla suddetta titolarità. Pertanto, a mio avviso, nessuna sanzione sarebbe da applicate se non gli interessi dovuti per pagamento ritardato, anche se non per colpa del proprietario dell’immobile.Purtroppo è vero: molti concittadini non pagano quando dovuto e certamente non sono nel giusto. Ma coloro che invece hanno la correttezza di voler essere allineati alle leggi fiscali dello Stato, si trovano tuttavia ad essere oggetto di una gestione amministrativa “leggera” dal punto di vista procedurale, tale che spesso, per il riconoscimento dei diritti e per la correttezza dei dati, devono adire le vie legali. Ci vuole l’avvocato!! Personalmente l’ho fatto, e se oggi stanno arrivando le bollette con le riduzioni di legge, forse il merito è anche del mio portafoglio che ha creato il precedente.

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Distacchi elettrici e bassa tensione, disagi continui (anche senza temporali)

Biancavilla all’anno zero per infrastrutture: cabine e rete inadeguate provocano ripetuti disservizi

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© Foto Biancavilla Oggi

Partiamo da un fatto: non c’è né un uragano né un cataclisma. Nemmeno un temporale. Non si capisce, dunque, per quale motivo, anche quando splende il Sole, debbano esserci distacchi di energia elettrica o “sfarfallii” da bassa tensione. Con la conseguenza che elettrodomestici e apparecchiature attaccate alla rete elettrica vadano continuamente in tilt. Capita spesso. poi. che in coincidenza di black out, i tempi di ripristino del disservizio debbano misurarsi in ore.

È quello che accade in continuazione a Biancavilla, Bastano banali acquazzoni, a volte senza nessuna goccia piovana, e l’erogazione elettrica viene a mancare. Non è concepibile una cosa del genere. Che un guasto possa capitare, fa parte delle statistiche. Che questo determini disservizi, ci sta. Ciò che non può essere tollerato è l’inefficienza nel ripristino del servizio con tempi lunghi o i ripetuti sbalzi di tensione.

Tutto questo evidenzia – ecco il punto cruciale – infrastrutture obsolete e carenza di personale adeguato alle esigenze di una società che dipende ormai dall’elettricità e dalle reti di comunicazioni. Invece, quasi sempre in coincidenza di una mancanza di elettricità si associa pure il tilt del segnale telefonico, sia VoIP che mobile. È evidente che il sistema sia altamente fragile e vulnerabile.

Basta dare uno sguardo verso l’alto per accorgersi che certi cavi elettrici presenti a Biancavilla risalgono a 50 anni fa. Mancano veri investimenti nel nostro territorio e mi chiedo se, dalla valanga di risorse del Pnrr, vi siano progetti e interventi in questa direzione. Anziché promuovere battaglie contro i mulini a vento (leggasi, per esempio, antenne 5G), la politica pretenda e si impegni in una radicale modernizzazione infrastrutturale del nostro territorio. Il sindaco Antonio Bonanno alzi la voce nei confronti di Enel Distribuzione. Un’intera comunità non può subire in continuazione dopo qualche lampo e ad ogni tuono o, peggio ancora, con il cielo limpido e il Sole splendente.

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I carri “riciclati” e l’inutile classifica: appunti sul Carnevale di Biancavilla

Un evento di successo, ma ci sono aspetti da correggere: il montepremi si divida in parti uguali

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Il Carnevale di Biancavilla è un evento riuscito. Un successo consolidato. Va dato atto all’attuale amministrazione comunale che ha resuscitato e salvato un’occasione capace di animare un’intera comunità. Protagonisti indiscussi sono i carristi, che – al di là delle qualità artigianali – offrono aggregazione e socialità. A loro va dato il merito principale. Sono loro il vero motore.

Detto questo, a margine di un Carnevale 2025 ormai archiviato, accogliamo la sollecitazione di tanti biancavillesi ad evidenziare una serie di osservazioni critiche, che qui di seguito sintetizziamo, con l’intento di correggere e migliorare l’organizzazione di una manifestazione particolarmente amata e attesa.

Carri comprati e “riciclati”

Non tutti lo sanno, ma i carri di Biancavilla non sono sempre realizzati di sana pianta. È prassi comprarli da altri paesi (sì, c’è un vero e proprio mercato) e “riciclarli”. Si acquistano per intero o solo alcune parti. Insomma, si assemblano dei pezzi, magari riverniciandoli o sottoponendoli ad un ritocco di colori. Altri utilizzano delle basi già pronte. Non essendoci un regolamento che ne impedisca la partecipazione, non è vietato. Ne consegue, quindi, che a Biancavilla (a parte alcune eccezioni) non ci sono artigiani di “carri allegorici” ma assemblatori. È uno scandalo? No, però tutto questo ha delle implicazioni pratiche e logiche.

Classifica e giuria da abolire

Che senso ha, dunque, un concorso che preveda una classifica e una giuria che, per stilarla, debba fare delle valutazioni. Per inciso: i giurati dovrebbero avere competenze, esperienze, titoli e curriculum per emettere un verdetto, credibile e imparziale. Li posseggono? Chiusa parentesi.

Dicevamo della classifica. A parte gli “ex aequo” dal sapore democristiano, di fronte a carri assemblati, parzialmente raffazzonati o creati di sana pianta a Biancavilla, come ci si comporta? Come si fa a giudicare “originale” un carro che in realtà negli anni precedenti è già apparso ad Acireale o a Sciacca? E come è possibile che un manufatto effettivamente originale non venga apprezzato, valorizzato e premiato come tale?

Montepremi in parti uguali

Il problema è facilmente risolvibile: si abolisca la classifica, si evitino i giurati e si preveda un budget complessivo, dividendolo in parti uguali a tutti i carristi. Anzi, diciamo di più: il montepremi venga raddoppiato o si porti a 100mila euro. Sarebbe un formidabile incentivo a realizzare (o assemblare, poco importa a quel punto) carri di maggiore qualità e con più spettacolari effetti speciali.

La politica stia alla larga

Un’ultima osservazione: si faccia un regolamento chiaro. E magari si specifichi un elemento di buon senso che evidentemente, a Biancavilla, è necessario codificare. La politica stia alla larga dai carri. Vedere politici indaffarati attivamente nella partecipazione ai vari gruppi di carristi è cosa inopportuna (per usare un eufemismo), visto che i gruppi beneficiano poi di soldi comunali. L’etica pubblica è materia seria: non può svanire come un pugno di coriandoli in faccia. Il sindaco Antonio Bonanno e il suo staff organizzativo appuntino tutte queste osservazioni: ne facciano tesoro per il prossimo anno.

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