Cronaca
Imputato “ambulanza della morte” denunciato per mezzi “irregolari”

I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno sequestrato due ambulanze irregolari e denunciato all’Autorità Giudiziaria il titolare di una ditta individuale di Biancavilla proprietaria dei veicoli.
In particolare, i militari della Compagnia di Paternò, a seguito di mirata attività di intelligence economico-finanziaria, nel corso di un apposito posto di blocco hanno sottoposto a controllo una delle due ambulanze mentre rientrava in sede dopo che aveva eseguito il trasporto di un malato. Le attività dei Finanzieri hanno fin da subito fatto rilevare l’assenza delle autorizzazioni di settore prescritte dalla normativa regionale che regolamenta tale tipologia di trasporto professionale.
Gli approfondimenti proseguiti presso la sede dell’impresa hanno permesso di accertare che nella disponibilità del titolare vi era un ulteriore mezzo di trasporto che presentava le medesime irregolarità di quello fermato su strada; inoltre entrambe le ambulanze operavano sprovviste delle necessarie dotazioni di attrezzature sanitarie di bordo (quale il defibrillatore semi automatico), impiegavano, durante i trasporti, personale sprovvisto delle necessarie abilitazioni professionali e infine circolavano senza essere state sottoposte alla revisione annuale.
Il titolare della ditta individuale, Agatino Scalisi, è risultato un soggetto noto alle Forze di Polizia poiché rinviato a giudizio nell’ambito della nota inchiesta condotta dalla Procura etnea sulle cosiddette “ambulanze della morte” che operavano nel territorio di competenza dell’ospedale di Biancavilla.
Al termine delle attività, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro le due ambulanze e denunciato all’Autorità Giudiziaria il titolare dell’impresa che svolgeva la propria attività in assenza delle necessarie autorizzazioni sanitarie.
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Cronaca
Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne
Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.
Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.
Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.
Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.
Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».
La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.
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