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Cronaca

Spariti 100mila euro dai libretti: accusata un’impiegata postale

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Denaro “sparito” da depositi e libretti presso l’Ufficio Postale di Adrano. A distrarre il denaro e ad appropriarsene, secondo le conclusioni delle indagini della Procura di Catania, sarebbe stata una dipendente, per la quale viene chiesto ora il rinvio a giudizio. Tredici le parti offese e, tra queste, anche due biancavillesi. A darne notizia con tutti i dettagli è il quotidiano “La Sicilia” in un articolo di Vittorio Fiorenza.

«Spostamenti di denaro, versamenti, emissioni di assegni ed incassi. Dalla sua postazione, seduta davanti al suo computer, era diventato facile distrarre depositi e risparmi di ignari utenti. Una dipendente della sede centrale dell’Ufficio Postale di Adrano, in ripetuti episodi, protrattisi dal 2010 al 2015, avrebbe dirottato a suo favore circa 100mila euro da conti corretti e libretti. Una vicenda che ha avuto un iter di verifiche di Poste Italiane, che ha prontamente rimborsato i risparmiatori. Poi, le denunce di una cliente e della stessa azienda hanno attivato l’intervento della Procura di Catania con indagini condotte dal commissariato di polizia di Adrano. Ed ora si è arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio per la donna, all’epoca dei fatti inquadrata come consulente finanziario ed oggi, 61enne, non in servizio perché in pensione».

A febbraio l’udienza davanti al Gup Anna Maria Cristaldi del Tribunale di Catania. L’ormai ex dipendente postale, secondo il pm Valentina Grosso, dovrà rispondere dei reati di peculato, sostituzione di persona ed accesso abusivo a sistema informatico, con l’aggravante di averli commessi da pubblico ufficiale «in violazione dei doveri derivanti dal proprio servizio».

Tra gli episodi contestati, quello che riguarda i due biancavillesi, padre e figlia, cointestatari di un libretto su cui giaceva un Buono Fruttifero Postale. L’impiegata avrebbe utilizzato illecitamente le identità dei due per aprire un altro deposito in cui trasferire il Buono Fruttifero, attraverso tre prelievi non autorizzati, appropriandosi di 5mila euro.

Gli altri episodi riguardano utenti di Adrano. Dal quotidiano “La Sicilia”: «Una famiglia aveva dato disposizioni di acquistare 32mila euro di obbligazioni della Royal Bank of Scotland, ma in realtà la consulente di Poste Italiane si sarebbe appropriata dei soldi senza dare seguito all’investimento. Due cointestatari di un libretto le avevano dato incarico di acquistare titoli di Stato, invece la donna avrebbe dirottato a sé la somma di 30mila euro. In un altro caso, accedendo ad un libretto di deposito, senza alcuna autorizzazione, avrebbe emesso due vaglia per complessivi 24.150 euro, destinandoli uno a lei e l’altro al fratello. Un altro utente aveva chiesto la chiusura del proprio libretto: operazione eseguita dall’imputata, ma “prelevando” per sé 3899 euro. Ancora: accedendo illecitamente al sistema informatico, avrebbe disposto, da un conto corrente di un cliente, pure l’emissione di un assegno di 5480 euro. Di questi, 5mila li avrebbe versati in un libretto di una precedente vittima, nel tentativo grossolano di coprire l’ammanco e non essere scoperta. Troppo tardi».

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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