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L'Intervento

Sisma, Bonanno scrive a Di Maio: «Dica quando arriveranno i fondi»

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L’INTERVENTO. Lettera del sindaco di Biancavilla, indirizzata al vicepremier: «Abbiamo necessità che i nostri ragazzi tornino alla normalità. Le chiedo da primo cittadino di adempiere a agli impegni assunti».

 

Gent.mo On. Luigi Di Maio,

tra pochissimi giorni saranno già trascorsi due mesi dallo sciame sismico che ha duramente e fortemente provato le comunità del nostro territorio pedemontano dell’Etna.

A Biancavilla, da ormai sessanta giorni, siamo costretti a scrutare lo sguardo spento dei nostri figli, catapultati in una realtà che li vede strappati dalle loro aule, dai loro banchi, dalla luce del mattino che era la linfa del loro apprendere. Già. Perché sono stati proprio i nostri istituti, le nostre scuole, a dover sopportare il peso della forza imprevedibile della natura. Quelle scuole chiuse e inaccessibili sono la fotografia in chiaroscuro di una comunità che ha mantenuto intatta la propria determinazione ma che non vuole restare aggrappata solo alla speranza.

Ho apprezzato il suo impegno, in prima persona, all’indomani del 6 ottobre scorso. Ho apprezzato il suo invito a Palazzo Chigi e, ancora di più, la sua visita nella mia Biancavilla per prendere coscienza di persona di quanto e cosa fosse accaduto.

Ma, oggi, Le chiedo da primo cittadino che deve fare i conti con la cruda realtà e con la enorme responsabilità che ha addosso, di adempiere a quell’impegno che, verbalmente, avevamo sottoscritto pubblicamente a proposito di quei finanziamenti che ci avrebbero aiutato a ripartire in pochi giorni, così come era emerso dall’incontro avuto con Lei nella Capitale. Finanziamenti che avrebbero permesso di dare il via a quei lavori di messa in sicurezza che consentiranno alle scuole di Biancavilla di potere riaprire e tornare ad essere luogo di apprendimento, gioia, cultura ed educazione per i nostri figli ed i nostri docenti.

Abbiamo necessità di conoscere i tempi certi per lo stanziamento dei fondi. Abbiamo necessità che i nostri ragazzi tornino alla normalità scacciando quella inevitabile tensione psicologica che si è annidata in loro per via di doppi turni scolastici che sono divenuti insostenibili.
Prima ancora che a noi stessi, è a loro che lo dobbiamo.

Sono certo che non lascerà cadere questo mio appello che va nella direzione della collaborazione e della concretezza. Quello che la politica dovrebbe, in fondo, essere.

Con stima,

Antonio Bonanno, sindaco di Biancavilla

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L'Intervento

«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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