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Quindici anni fa strage di Nassiriya, l’omaggio per il maresciallo Bruno

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Omaggio floreale, al cimitero di Biancavilla, per il maresciallo dei carabinieri, Massimiliano Bruno. Il militare, originario di Bologna, una delle vittime dell’attentato di Nassiriya, di cui ricorre il quindicesimo anniversario. 

Sono stati il vicecomandante provinciale dell’Arma, tenente colonnello Mario Pantano, ed il sindaco Antonio Bonanno, assieme ad alcuni parenti di Bruno, tra cui la moglie Giusi Longo, a presenziare ad un momento commemorativo davanti al loculo che raccoglie le spoglie del militare, nella cappella comunale. 

Assieme a loro i comandanti della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla, Angelo Accardo e Roberto Rapisarda. Padre Pino Salerno ha impartito la benedizione e recitato la “preghiera del carabiniere”.

Massimiliano Bruno aveva 40 anni. Era un biologo in forza al Raggruppamento Investigazioni scientifiche (Racis) di Roma e viveva a Civitavecchia con la moglie, originaria di Santa Maria di Licodia. L’aveva conosciuta quando Bruno prestò servizio, ad inizio degli anni ’90, alla stazione di Biancavilla. La salma, per volontà della moglie e per la disponibilità dimostrata dall’allora amministrazione del sindaco Mario Cantarella, riposa nella cappella comunale del cimitero biancavillese.

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In città

Nella chiesa del Purgatorio evento ispirato ai “nannareddi” della Civita

Uno spettacolo-recital con Carmelo Zuccaro organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi

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Un’atmosfera carica di emozione nella Chiesa del Purgatorio di Biancavilla, dove si è tenuto il concerto di Natale “a bona nova”. Lo spettacolo-recital, organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi, ha rievocato musiche, canti, poesie e litanie della novena natalizia tradizionale siciliana, cantata da suonatori e poeti di inizio Novecento nei quartieri di Catania, dove venivano chiamati “nannareddi”, e di tutte le città della Sicilia.

Un evento che è ispirato dai ricordi d’infanzia di Carmelo Zuccaro, che nel quartiere catanese della “Civita” ascoltava direttamente dai “nannareddi” musiche, canti e recitativo, ed arricchito dalle testimonianze degli anziani dello stesso quartiere. Proprio a loro si deve il recupero dei contenuti di questo antico racconto, che rievoca atmosfere e tradizioni di epoche ormai scomparse ma che riescono ancora ad affascinare e coinvolgere il pubblico.

Uno spettacolo impreziosito dal suono finale della “ciaramella” ed animato dallo stesso Zuccaro, nel ruolo di cantaturi. Con lui: Giorgio Maltese al violino, friscalettu, mandolino e ciaramedda, Mimmo Aiola alla chitarra e Savì Manna, poeta.

Prima del concerto, una messa celebrata dall’assistente spirituale della confraternita, don Pino Salerno, in memoria dei confrati defunti. Speciale ricordo per Gianmarco Rapisarda, prematuramente scomparso nell’ottobre scorso. Conclusioni affidate al governatore dell’arciconfraternita, Agostino Sangiorgio, per i saluti e gli auguri.

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