Politica
Di Maio tra siparietti e selfie nella “cronoscalata” del dopo-sisma

di Vittorio Fiorenza
«Ma lei è giovanissimo, è esattamente come si vede nel “televisore”. Complimenti». Prima di arrivare a stringere la mano del sindaco, che lo attendeva in fascia tricolore, il “benvenuto” glielo ha dato una signora, sua fan. Che lo segue «sempre in tv» ed ora lo ha potuto incontrare di presenza. Persino toccare. Applausi e risate da parte del pubblico. Pardon: cittadini e militanti Cinque Stelle. Accorsi per l’arrivo di Luigi Di Maio al plesso elementare “Marconi” di Biancavilla, il centro etneo maggiormente sfregiato dalla scossa sismica del 6 ottobre.
Subito l’ “ispezione” del piano superiore della scuola, pesantemente danneggiata e inagibile. «Giornalisti e cameraman fuori», ordina lo staff del ministro pentastellato. Ma l’attesa è breve, brevissima. Di Maio esce “scortato” dal sindaco Antonio Bonanno e dal sindaco metropolitano Salvo Pogliese, con un codazzo di forze dell’ordine e personale di protezione civile.
«Gli interventi devono essere veloci per ridare agibilità agli edifici danneggiati, con priorità per le scuole –assicura il vicepremier– nella legge di bilancio ci sono poi 5 miliardi per investimenti, anche per ristrutturazioni antisismiche».
Una visita con cronometro in mano: non più di 30 minuti in media per ogni comune. Con l’attenzione di Giancarlo Cancelleri a non sforare.
Ore 8.15, collinetta storica di Paternò con vista mozzafiato sull’Etna e un’occhiata alle crepe della Matrice. Ore 9.25, a Ragalna, nelle chiese Madonna del Carmelo e di Santa Barbara. Ore 9.50, intervento al palazzo comunale di Santa Maria di Licodia e palazzo Ardizzone.
Ore 10.25, a Biancavilla. La scuola, e di nuovo in cammino col furgone della protezione civile. Da via Vittorio Emanuele la carovana d’auto passa, ma non fa sosta in piazza Roma. «E chi lo vede più un ministro qui?» (i precedenti a mettere piede su suolo biancavillese sono stati Salvò Andò nel 1993 e, negli anni ’70, Vito Scalia e il capo del governo Emilio Colombo). Disappunto degli anziani seduti davanti ai circoli ricreativi: «Passau fisciu». Sì, dritto. Verso il rush finale di questa “cronoscalata” nei cinque paesi dell’Etna colpiti dagli eventi sismici.
Ore 11.05, ad Adrano. Prima alla scuola “Canonico Bascetta” poi bagno di folla con passeggiata in via Roma con il sindaco Angelo D’Agate a fare da guida per il centro storico, fino in chiesa madre e al castello normanno. «Salva l’Italia. E “stai accura” all’Europa», lo esorta qualcuno. Un ragazzino di 12 anni gli si avvicina: «Anche io mi chiamo Luigi Di Maio, a volte mi scambiano con te». E il ministro: «Davvero? Sei un grande». Applausi e ancora foto, prima di dirigersi allo stadio per salire sull’elicottero che lo porterà a Piazza Armerina. Qui, sui fianchi dell’Etna, il terremoto e la paura sembrano già superati. La forza di un selfie.
(Tratto dal quotidiano “La Sicilia” del 28 ottobre 2018)
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Istituzioni
Luigi D’Asero lascia la presidenza e il Consiglio: è il turno di Portale e Stissi
L’esponente del Movimento per l’Autonomia conclude un ciclo politico: «Accordi di maggioranza»

Luigi D’Asero si dimetterà a giorni da presidente del Consiglio Comunale di Biancavilla e anche dalla carica di consigliere.
Lo ha annunciato lui stesso nel corso di una conferenza stampa, motivando la scelta come un passaggio politico concordato con la coalizione di maggioranza e con il proprio gruppo politico, il Movimento per l’Autonomia.
Nello scranno più alto dell’assemblea cittadina andrà ora, secondo gli accordi, Fabrizio Portale. Per la carica di consigliere, D’Asero sarà sostituito dal primo dei non eletti del Mpa, Giuseppe Stissi.
Per l’occasione, davanti anche ad esponenti politici e assessori, D’Asero ha tracciato un bilancio dell’attività svolta: 60 delibere all’anno, quelle del Consiglio Comunale. Sicurezza urbana, salute pubblica, stesura dei regolamenti, adesione all’Unione dei Comuni: alcuni dei punti citati dal presidente uscente.
Quasi vent’anni di esperienza politico-istituzionale hanno consentito a D’Asero di ricoprire i ruoli di consigliere ma anche di assessore. «Con la mia presidenza si chiude un ciclo, le mie dimissioni nascono da accordi politici di maggioranza e impegni nei confronti delle forze che la compongono. Scelte concordate all’inizio della consiliatura», ha detto D’Asero, a tratti visibilmente commosso.
«Spesso la figura del presidente viene percepita in secondo piano, rispetto a quella di assessore, ma – ha specificato – non è affatto così e io ho avuto l’onore di ricoprirla in chiave “istituzionale”». In questo senso, D’Asero ha sottolineato il supporto dato all’unica componente di minoranza. Un supporto con una “firma di garanzia” che ha consentito all’esponente del Pd di presentare atti che, altrimenti, con una sola firma, per regolamento, non avrebbero potuto raggiungere l’ordine del giorno.
Un’ultima riflessione D’Asero l’ha voluta fare sulla distanza dei cittadini dal Palazzo. «Il contatto politico si è perso, c’è sfiducia da parte dei cittadini», ha detto, auspicando «una loro partecipazione attiva con un confronto diretto».
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Politica
Gli astenuti affossano i referendum: il 79% dei biancavillesi è rimasto a casa
I cittadini che si sono recati ai seggi elettorali sono stati appena 3686 su 18.151 aventi diritto

QUESITI | SI | NO |
Licenziamenti illegittimi | 94,58% | 5,42% |
Lavoratori piccole imprese | 94,05% | 5,95% |
Lavoro precario | 94,08% | 5,92% |
Sicurezza sul lavoro | 91,12% | 8,88% |
Cittadinanza italiana | 65,68% | 32,32% |
Fonte: Comune di Biancavilla
Quorum non raggiunto: referendum non validi. La consultazione, nelle due giornate di domenica e lunedì, è stata affossata dal forte astensionismo. Per quanto riguarda Biancavilla, il dato ha raggiunto la vetta del 78,78%.
Soltanto 3686 biancavillesi (1755 maschi e 1931 femmine) si sono recati alle urne. Su un totale di 18.151 aventi diritto, l’affluenza si è fermata quindi al 21,22%. Biancavilla ha fatto registrare, peraltro, un astensionismo più marcato rispetto al dato regionale e a quello nazionale.
I cinque quesiti referendari, come si vede dalla tabella in alto, riguardavano i diritti dei lavoratori e la cittadinanza per gli stranieri. Tematiche fondamentali, eppure il quorum è rimasto lontano.
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