Cronaca
Il capannone devastato dal rogo tra crolli e veicoli inceneriti

di Vittorio Fiorenza
Verifiche e sopralluoghi si protrarranno anche nei prossimi giorni. Ma dai primi rilievi, sembra prevalere l’ipotesi della matrice accidentale. L’eventuale esclusione di una mano criminale per spiegare il rogo che ha devastato deposito e mezzi dell’azienda incaricata della raccolta dei rifiuti a Biancavilla, tende a rassicurare e a spazzare via altri scenari, parecchio inquietanti. Ma quando si tratta del settore rifiuti non è mai troppo lo scrupolo di seguire tutte le piste investigative, prima di arrivare alla conclusione. Ecco perché gli accertamenti continuano.
Certo è che, seppur nell’ipotesi dell’accidentalità (un corto circuito o cos’altro? Non ci si pronuncia ancora), l’incendio di grosse dimensioni ha provocato danni ingenti, probabilmente di alcune centinaia di migliaia di euro. Gli effetti si vedono sia sulla struttura (un capannone di 500 metri quadrati, utilizzato dall’impresa della raccolta dei rifiuti Caruter e da un’impresa che opera nel settore dei traslochi) sia sui mezzi (sono sei quelli inceneriti dalle fiamme, cinque dei quali della Caruter).
L’allarme alla centrale operativa del 115 di Catania è stato dato alle 20.23 di mercoledì. In via del Bottaio, nella zona di Badalato, fumo e fiamme si vedevano dalla Strada Statale 284. Sul posto sono intervenute diverse squadre di vigili del fuoco dei distaccamenti di Adrano e Paternò, con il supporto dei volontari di Maletto ed ulteriori rinforzi venuti da Catania.
Ci sono stati anche momenti concitati: una lotta contro il fuoco per tentare di uscire fuori dal deposito gli autocompattatori non ancora raggiunti dall’incendio. Momenti nei quali porzioni del tetto crollavano giù per l’elevata temperatura: fortunatamente nessun ferito. Ma i pompieri hanno fatto fatica per domare il fuoco e poi per attuare una prima messa in sicurezza dei luoghi. Un lavoro durato fino al mattino di giovedì.
I carabinieri della compagnia di Paternò con i colleghi della stazione biancavillese sono stati già da subito sul posto, raccogliendo testimonianze e dichiarazioni. Al vaglio pure le immagini del sistema di videosorveglianza. Ma sarà importante la relazione tecnica che verrà redatta dal personale dei vigili del fuoco. In presenza di due imprese diverse che condividevano gli spazi dello stesso capannone (il proprietario è un terzo soggetto), sarà importante comprendere, per ragioni di pratiche risarcitorie ed assicurative, da quale parte, da quale preciso punto e per quali cause abbia avuto origine il rogo.
Il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, assieme all’assessore ai Rifiuti, Alfio Stissi, sono stati nel cantiere, quando ancora l’incendio era in corso. «Nell’attesa che vengano ufficialmente chiarite le cause dell’incendio che, ha distrutto diversi mezzi della ditta Caruter – impresa che espleta il servizio di raccolta differenziata nella nostra città – intendo esprimere la mia vicinanza e quella dell’amministrazione comunale ai vertici dell’azienda ed ai suoi lavoratori, nonché alla ditta di traslochi interessata, anch’essa, dall’incendio. I vigili del fuoco ed i carabinieri sono subito interventi sul posto: a loro va il mio apprezzamento».
Di sicuro, il maggiore danno al parco auto lo ha subito la Caruter. Apprensione, in un primo momento, c’era stata per gli effetti che questo potesse avere sul servizio di raccolta dei rifiuti. Servizio che, in realtà, è stato svolto regolarmente, seppur con qualche ritardo.
Altri veicoli della stessa impresa, provenienti da altri comuni in cui si è chiuso l’appalto del servizio, già nei prossimi giorni arriveranno a Biancavilla, per essere utilizzati dagli operatori ecologici nell’espletamento dell’attività di ritiro porta a porta dei sacchetti di rifiuti.
Per ora e fino a quando non verranno trovati nuovi locali da adibire a deposito, i mezzi in funzione saranno collocati in via della Montagna, nello spiazzale iniziale dell’isola ecologica.
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Cronaca
Sorpreso con un tirapugni e una dose di marijuana: denunciato un 18enne
Da un giro di controllo, i carabinieri hanno notato strani movimenti in piazza Stazione e sono intervenuti

Un 18enne di Biancavilla è stato denunciato dai carabinieri per la detenzione di un’arma bianca (un tirapugni di metallo) e segnalato quale assuntore di stupefacente.
I militari hanno notato il ragazzo, assieme ad un gruppo di coetanei, nei pressi di Piazza Stazione che. Al passaggio di un’auto dei carabinieri, qualcuno della comitiva ha emesso due fischi e il 18enne ha subito estratto dalla tasca un oggetto metallico, nascondendolo sul tetto di una pensilina, salvo poi recuperarlo una volta che la pattuglia si era allontanata.
Quando il giovane ha ripetuto lo stesso gesto durante un ulteriore passaggio dei carabinieri, questi ultimi sono subito intervenuti, bloccandolo e procedendo a perquisizione.
I militari hanno recuperato il tirapugni in acciaio dalla pensilina. Nella tasca dei pantaloni, invece, il 18enne aveva una dose di marijuana pronta all’uso. Per queste ragioni, il giovane è stato denunciato per il possesso dell’arma bianca e segnalato alla Prefettura di Catania quale assuntore di sostanze stupefacenti.
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Cronaca
Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione
Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.
Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).
L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.
Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.
Morbosità su WhatsApp e Messenger
La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.
Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.
Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.
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