Connettiti con

Cronaca

Processo “Ambulanza della morte”, Giunta Bonanno sarà parte civile

Pubblicato

il

Il Comune di Biancavilla si costituirà parte civile nel processo del cosiddetto caso “Ambulanza della morte”. La notizia era stata anticipata da Biancavilla Oggi. La Procura di Catania, con il pm Andrea Bonomo, ha chiesto il rinvio a giudizio (anche questa notizia data dal nostro giornale) per due adraniti. Davide Garofalo e Agatino Scalisi (il primo in carcere, l’altro a piede libero) sono accusati di omicidio volontario.

Le vittime sono quattro biancavillesi, uccisi -secondo la Procura di Catania- con iniezioni di aria nelle vene nel breve tragitto dall’ospedale a casa, dopo che i pazienti erano stati dimessi perché in stato terminale. Così facendo, i due, con l’avallo dei clan mafiosi di Adrano e Biancavilla, si sarebbero accaparrati i relativi funerali e una “provvigione” di 200-300 euro.

Altra contestazione riguarda il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso (in concorso con Marco Donzì, per il quale si procede separatamente), ai danni dell’impresa funebre Arena e all’utilizzo (con minacce) della loro ambulanza. Il titolare, Orazio Arena, con i figli Giuseppe e Luca, figurano tra le persone offese.

C’è attesa per la decisione del Gup. L’udienza preliminare davanti al giudice Giovanni Cariolo è fissata ad ottobre.

«Un atto più che dovuto da parte nostra – commenta il sindaco Antonio Bonanno, in riferimento alla costituzione di parte civile – vogliamo che venga accertata ogni responsabilità. Vogliamo che venga fatta piena luce sull’intera vicenda». Il legale che rappresenterà il Comune di Biancavilla sarà l’avv. Riccardo Frisenna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Prende a pugni la moglie fino a farla sanguinare: arrestato un 46enne

La vittima trova il coraggio di denunciare, intervento dei carabinieri per bloccare un albanese

Pubblicato

il

Pugni in testa e in faccia, fino a farla sanguinare. È l’ennesima storia di violenza contro una donna, a Biancavilla. Un 46enne di origini albanesi è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, ai danni della moglie 45enne.

La pattuglia è stata messa in allarme dalla vicina di casa della vittima. Sentendo delle urla, è uscita in strada e ha visto la donna che scappava con il volto pieno di sangue. Poco prima, infatti, la signora sarebbe stata aggredita dal marito che, tornato a casa ubriaco, dapprima avrebbe dato dei forti pugni al muro e poi se la sarebbe presa con lei.

La donna era in camera da letto e non avrebbe nemmeno compreso quali fossero le accuse mosse dal marito quando lui, invece, avrebbe iniziato a colpirla con pugni alla testa, tenendo un cellulare nelle mani.

Atti violenti pure all’ospedale

Quando i militari hanno raggiunto l’abitazione della vittima, un’ambulanza l’aveva già trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. I carabinieri, quindi, sono entrati in casa sua per comprendere cosa fosse accaduto. Tracce di sangue notate sulle pareti dell’ingresso, sulle lenzuola in camera da letto e anche su un cellulare rotto lasciato per terra. In cucina, invece, l’aggressore era riverso in terra, ubriaco. Per questo è stato richiesto l’intervento al 118.

All’ospedale cittadino, i medici hanno dovuto ricucire una ferita alla tempia della signora mentre l’uomo ha aggredito verbalmente i medici e i carabinieri, fino a scagliarsi contro questi ultimi e colpendone uno con una manata al petto.

Bloccato e messo in sicurezza, i medici hanno potuto medicarlo, mentre la donna, dimessa, ha deciso di denunciarlo, raccontando la serie di vessazioni e angherie che avrebbe subito nel corso del loro matrimonio e decidendo di trasferirsi a casa di suo fratello. Il 46 enne è stato, perciò, arrestato e collocato ai domiciliari, in un’abitazione diversa da quella coniugale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti