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Cronaca

Processo “Ambulanza della morte”, Giunta Bonanno sarà parte civile

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Il Comune di Biancavilla si costituirà parte civile nel processo del cosiddetto caso “Ambulanza della morte”. La notizia era stata anticipata da Biancavilla Oggi. La Procura di Catania, con il pm Andrea Bonomo, ha chiesto il rinvio a giudizio (anche questa notizia data dal nostro giornale) per due adraniti. Davide Garofalo e Agatino Scalisi (il primo in carcere, l’altro a piede libero) sono accusati di omicidio volontario.

Le vittime sono quattro biancavillesi, uccisi -secondo la Procura di Catania- con iniezioni di aria nelle vene nel breve tragitto dall’ospedale a casa, dopo che i pazienti erano stati dimessi perché in stato terminale. Così facendo, i due, con l’avallo dei clan mafiosi di Adrano e Biancavilla, si sarebbero accaparrati i relativi funerali e una “provvigione” di 200-300 euro.

Altra contestazione riguarda il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso (in concorso con Marco Donzì, per il quale si procede separatamente), ai danni dell’impresa funebre Arena e all’utilizzo (con minacce) della loro ambulanza. Il titolare, Orazio Arena, con i figli Giuseppe e Luca, figurano tra le persone offese.

C’è attesa per la decisione del Gup. L’udienza preliminare davanti al giudice Giovanni Cariolo è fissata ad ottobre.

«Un atto più che dovuto da parte nostra – commenta il sindaco Antonio Bonanno, in riferimento alla costituzione di parte civile – vogliamo che venga accertata ogni responsabilità. Vogliamo che venga fatta piena luce sull’intera vicenda». Il legale che rappresenterà il Comune di Biancavilla sarà l’avv. Riccardo Frisenna.

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Cronaca

Sequestrata dai carabinieri un’officina abusiva: denunciato un 59enne

L’uomo dovrà restituire allo Stato anche 21.850 euro di reddito di cittadinanza già percepito

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Denunciato in stato di libertà un 59enne biancavillese, con precedenti. Secondo quanto accertato dai carabinieri, deve rispondere di esercizio abusivo della professione, gestione e smaltimento illecito di rifiuti e indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Nello specifico, l’uomo, ufficialmente disoccupato, aveva allestito, senza alcuna autorizzazione, un’officina meccanica all’interno di un garage di proprietà del padre. Un locale situato in periferia. Occupata abusivamente anche parte della strada pubblica, utilizzata per parcheggiare, su carrelli elevatori e cavalletti, le autovetture da riparare.

Lungo la via in questione, i militari hanno quindi trovato diverse automobili, parzialmente smontate e con il cofano motore aperto, nonché un furgone con il cassone alzato, suddiviso in più pezzi.

All’interno del garage sono stati, invece, rinvenuti gli “attrezzi da lavoro” e molti rifiuti speciali, tra cui parti di motori di autovetture, oli e batterie esauste.

L’officina è stata, quindi, posta sotto sequestro e i veicoli in riparazione sono stati riaffidati ai proprietari, ignari che l’attività fosse irregolare.

Lo stesso carrozziere abusivo è stato, infine, deferito anche per aver illegittimamente incassato il sussidio pubblico del reddito di cittadinanza. Al riguardo, i carabinieri hanno proceduto, coordinandosi con l’Inps, all’immediata revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, nonché all’avvio dell’iter di restituzione di quanto indebitamente ricevuto. Il 59enne, pertanto, dovrà riconsegnare alle casse dello Stato ben 21.850,00 € riscossi tra maggio 2019 e aprile 2023.

I cittadini residenti nella zona, che d’ora in poi potranno finalmente godere del decoro urbano ripristinato in quella via, hanno ringraziato i Carabinieri per il loro operato.

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