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Cronaca

Con la “truffa dello specchietto” tentano di raggirare un anziano

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I carabinieri della stazione di Biancavilla e della Compagnia di Intervento Operativo del Reggimento Sicilia hanno arrestato il 20enne Antonio Longo e la 32enne Grazia Restivo, entrambi di Adrano, poiché ritenuti responsabili del concorso in truffa e tentata estorsione.

Già da alcuni giorni dei cittadini si erano rivolti ai militari per segnalare la presenza in zona di una Mercedes classe B di colore nero con a bordo un uomo e una donna che, in più di una occasione, avrebbero posto in essere la “truffa dello specchietto”.

L’implementazione del servizi di pattuglia, grazie anche alle aliquote di pronto intervento della Cio, ha dato i frutti sperati allorché i militari in via Arti e Mestieri hanno notato due autovetture in sosta, una Fiat Panda di colore bianco ed una Mercedes classe B di colore nero, con due persone fuori dall’abitacolo che colloquiavano animatamente.

Dopo aver identificato i presenti, gli operanti ricevevano dal proprietario della Fiat Panda, un pensionato del posto, una precisa denuncia sul fatto di essere stato inseguito in auto e fermato dalla coppia la quale, appena sceso dalla macchina, gli avrebbe perentoriamente richiesto un risarcimento per lo specchietto retrovisore (almeno 200 euro) danneggiato con la propria autovettura.

L’anziano, stanco delle discussioni in strada, si era convinto a saldare ai due 20 euro per il danno causato, somma ritenuta insufficiente dai “danneggiati” che avrebbero preteso almeno altri 50 euro per chiudere la questione.

Vedendo i carabinieri, la coppia tentava di restituire le 20 euro alla vittima, cercando anche di riposizionare la scocca dello specchietto.

La perquisizione dell’autovettura dei due ha consentito di rinvenire e sequestrare: una chiave telescopica con manico in gomma nero (attraverso la quale hanno probabilmente simulato l’urto con la Fiat Panda); una busta di plastica contenente diversi bulloni e dadi di varie dimensioni; una scocca in plastica dello specchietto laterale sinistro della Mercedes.

Gli arrestati, così come disposto dal giudice dopo la direttissima, sono stati relegati agli arresti domiciliari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

La Procura rimette in moto la ruspa: demolita casa abusiva a Biancavilla

Dalla sentenza di condanna all’ordine di abbattimento dell’immobile in zona “Croce al vallone”

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© Foto Biancavilla Oggi

Con l’emergenza Covid e i vari lockdown, le ruspe sono state spente. Ma i fascicoli penali sui casi di abusivismo edilizio sono rimasti accatastati sul tavolo della Procura e adesso vengono nuovamente presi in esami, uno dopo l’altro.

Così anche a Biancavilla riprendono le demolizioni. È accaduto vicino contrada “Croce al vallone”, dove una casa è stata lasciata al destino dell’abbattimento. Si tratta di uno di quei fascicoli per i quali si è accertato l’abuso e si arrivati ad una sentenza di condanna definitiva. Ogni tentativo legale per salvare l’immobile è stato compiuto, ma gli appigli giuridici si erano esauriti. Il proprietario non ha proceduto per conto proprio e la Procura ha ordinato la demolizione coatta, in esecuzione di un verdetto irrevocabile.

A coordinare gli interventi sono stati ufficiali di polizia giudiziaria. Prima lo sgombero dell’immobile, poi l’abbattimento della struttura, che comunque proseguirà ancora nei prossimi giorni fino allo smaltimento del materiale. La ditta incaricata dalla Procura è una tra quelle confiscate alla mafia.

Sul posto, i carabinieri della stazione di Biancavilla, agenti del commissariato di Adrano, la polizia provinciale, il corpo forestale dello Stato e vigili urbani. Uno schieramento normalmente previsto per prevenire eventuali problemi di ordine pubblico. Ad ogni modo, non si è verificato alcun disordine. Anzi, i proprietari hanno prestato collaborazione, aiutando gli operai a recuperare mobili ed infissi.

Le precedenti demolizioni prima del Covid

Tra le ultime e precedenti demolizioni effettuate in territorio di Biancavilla, quella dell’aprile 2018. Un immobile illegale realizzato nel 2008 in contrada Spitaleri, in zona Vigne, ricadente all’interno della zona del Parco dell’Etna, era stato raso al suolo. La procedura della Procura era stata la stessa in decine di altri casi in provincia di Catania.

«Pur avendo i destinatari l’obbligo di adempiere spontaneamente all’ordine di demolizione, in caso di non ottemperanza, è necessario – veniva sottolineato – procedere alla demolizione coatta delle costruzioni abusive, al fine di rendere effettivo l’ordine impartito dalla sentenza di condanna, che altrimenti rimarrebbe lettera morta. Gli oneri della demolizione coattiva sono a carico dell’autore dell’abuso».

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