Cronaca
Ingrassia ha un malore in udienza, ambulanza al palazzo di giustizia

Udienza in Corte d’assise d’appello di Catania per il caso dell’uxoricidio di Biancavilla. L’imputata Enza Ingrassia, che uccise il marito Alfio Longo, ha avuto un attacco di ansia ed è caduta a terra. Sentenza rinviata.
di Vittorio Fiorenza
Doveva essere il giorno della sentenza di secondo grado, alla Corte d’assise d’appello di Catania, per Enza Ingrassia, la donna di Biancavilla che ha ucciso il marito Alfio Longo, nella loro villetta di zona Crocifisso, alle Vigne.
Invece, l’udienza ha registrato un fuori programma e, pertanto, è stata rinviata al 26 giugno, su richiesta del suo legale, l’avv. Pilar Castiglia.
L’imputata, proprio mentre parlava uno dei legali di parte civile, l’avv. Vincenzo Nicolosi, ha avuto un attacco di ansia, fino ad avere un mancamento e a cadere a terra. La donna ha battuto la faccia ed un ginocchio. È stato necessario, quindi, richiedere l’aiuto al 118, che al palazzo di giustizia ha inviato un’ambulanza.
Ingrassia è stata sottoposta ad elettrocardiogramma, all’interno del mezzo di soccorso, e solo dopo oltre mezz’ora è tornata in aula. Ma il presidente, viste le condizioni di scombussolamento della donna, ha deciso per il rinvio a fine mese.
Ingrassia, in primo grado, con rito abbreviato, era stata condannata a 14 anni di carcere dal Gup Rosa Alba Recupido. Alla Prima sezione della Corte d’assise d’appello, presieduta da Rosario Cuteri, si discute ora il ricorso della difesa.
Agli atti c’è una richiesta di concordato tra la Procura generale (rappresentata nell’ambito del procedimento da Angelo Busacca) e l’avv. Castiglia, per una pena definitiva di 12 anni di reclusione, ma con la rinuncia dei motivi d’appello. Istanza a cui si è opposta la parte civile, rappresentata dalla sorella e dai nipoti della vittima. Si attende il pronunciamento della Corte, mentre l’imputata resta ai “domiciliari” in una struttura di Mascalucia.
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Cronaca
Attenzione ai finti carabinieri: tentativi di truffa ad anziani di Biancavilla
Solito metodo: una telefonata con la richiesta di soldi, in caso di dubbi chiamare il 112 o in caserma

Diverse segnalazioni di possibili truffe ai danni degli anziani. A Biancavilla, serie di telefonate ad ignari cittadini di una certa età che, fortunatamente, non hanno “abboccato” ai tranelli di alcuni truffatori, alcuni dei quali si sono spacciati carabinieri.
I metodi sono sempre gli stessi: si contatta la vittima e ci si presenta come maresciallo dei carabinieri per poi richiedere soldi quale risarcimento di un sinistro stradale causato da un figlio o parente.
I carabinieri di Biancavilla confermano le segnalazioni. I militari ribadiscono di prestare attenzione a queste chiamate, che nella maggior parte dei casi giungono sul numero telefonico fisso delle abitazioni in cui sono residenti anziani.
Nel corso dell’ultimo periodo, diversi sono stati gli incontri tenuti dal comandante della locale stazione dei carabinieri, mar. Francesco De Giovanni, a favore della cittadinanza di Biancavilla nel tentativo di prevenire le truffe ai danni delle fasce deboli. Per quanto superfluo specificarlo, i carabinieri non chiedono soldi per il loro operato. Bisogna diffidare sempre dalle apparenze, non aprire agli sconosciuti e chiamare subito il 112 o il numero della caserma per ogni dubbio.

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