Cronaca
La vergogna della fiera abusiva, intervento Lav in vista dell’udienza
di VITTORIO FIORENZA
Saltata per difetto di notifica nei confronti di alcuni imputati e rinviata al 7 giugno, l’udienza preliminare al Tribunale di Catania. Il caso in discussione è quello delle aggressioni e delle violenze registratesi nell’ottobre 2016 a Biancavilla, in occasione della fiera abusiva del bestiame, in via della Montagna.
Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone. Dieci devono rispondere, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, rapina, furto con strappo e maltrattamento di animali. Altri otto imputati sono vigili urbani: sei sono accusati di omissione di atti d’ufficio, mentre al comandante Vincenzo Lanaia e ad un ispettore viene contestato il reato di minacce. Le vittime sono Guido Costigliola, maresciallo dei carabinieri della stazione di Biancavilla, Angelica Petrina, responsabile provinciale della Lav, e l’avv. Pilar Castiglia.
A nulla erano serviti gli appelli dell’associazione animalista: il raduno di bestiame era stato allestito in pieno giorno, nella più totale ed incontrollata illegalità. Un caso che ha avuto un’eco mediatica nazionale. Ecco perché tra le parti civili, dovrebbero figurare pure i vertici della Lav.
In una nota, l’associazione auspica il giudizio per tutti i soggetti coinvolti: «Ci auguriamo che l’udienza preliminare si concluda con il rinvio a giudizio di tutti gli imputati».
«Ribadiamo –prosegue l’associazione– la nostra ferma condanna verso gesti di violenza come quelli che hanno interessato le due donne e il rappresentante delle Forze dell’Ordine, colpevoli di avere agito perché spinti da un principio di dovere, di civiltà e di legalità, e rinnoviamo loro la nostra piena solidarietà e il nostro impegno: come fatto sin dall’inizio della vicenda, continueremo ad essere in prima linea in questa importante battaglia legale e di civiltà, affinché tutti i responsabili vengano assicurati alla Giustizia».
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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