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Cronaca

Dottoressa violentata in ambulatorio, risarcimento pure al centro Calypso

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Il centro antiviolenza ed antistalking Calypso di Biancavilla è stato ammesso come parte civile nel procedimento per il caso di Serafina Strano, la dottoressa violentata durante il turno di notte nella guardia medica di Trecastagni.

L’imputato, Alfio Cardillo, giovane falegname di Santa Venerina, è stato condannato a 8 anni di reclusione (due anni in meno rispetto alla richiesta avanzata dal pm Alessandra Tasciotti) e a 60mila euro di risarcimento alla vittima.

La sentenza di condanna ha indicato in 5mila euro, invece, il risarcimento che dovrà essere corrisposto al centro Calypso.

«La scelta del centro Calypso –spiega a Biancavilla Oggi, la presidente Pilar Castiglia– vuole essere un segnale concreto per sostenere la dottoressa, vittima di questo grave atto di violenza. Una scelta in linea con la nostra attività, svolta nel territorio, che è di accoglienza delle donne vittime di violenza e di diffusione di una cultura sana nelle scuole. Il nostro centro, non a caso, ha come socie onorarie Vera Squatrito e Giovanna Zizzo, rispettivamente mamma di Giordana Distefano e mamma di Laura Russo, uccise da una violenza di genere che dev’essere sdradicata».

 

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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